Mai e poi mai mi verrebbe spontaneo chiamare furbetti i parlamentari che senza dare nell’occhio, nel pieno rispetto delle regole, hanno chiesto e ottenuto il bonus pensato nel tunnel nero del Covid per i lavoratori autonomi in difficoltà, cioè senza lavoro, cioè senza entrate. Questa brava gente è come certi impermeabili, doppia facciata, quando conviene sono politici e parlamentari, con tutti i privilegi e i vantaggi previsti dal ruolo, ma dalla sera alla mattina sono capacissimi di rivestirsi sui due piedi della divisa di semplici lavoratori, anche se non esercitano più, o quasi più, per mettere le unghie sul bonus dei disperati veri. Come facciano, con che fegato, resta un mistero: indiscutibilmente hanno un talento particolare.
Quanto squallore. A prima vista nessun reato, ma quanto squallore. Ci sono gesti che non riguardano i codici della legge, ma investono pesantemente la sfera etica e morale. Come i famosi vitalizi, tanto per restare sempre in zona parlamentare. Questi onorevoli – così si ostinano a chiamarli i servili sudditi – possono tranquillamente rispondere che hanno tutti i requisiti e le carte in regola per ottenere il sussidio dallo Stato, ma mai e poi potranno convincere il Paese d’essere persone degne. E’ una pura questione di dignità, di decoro, di onore. Se un politico non arriva a capire che le sue entrate da politico sono sufficienti ad attutire i disagi del lockdown, se davvero è convinto che comunque il bonus gli spetti e dunque perchè non prenderselo, se davvero in cinque non hanno colto lo scandalo della faccenda, allora è davvero il caso che i politici veri, seri, responsabili siano a primi a lapidarli, in senso morale, perchè questa è una delle tipiche storie capaci da sole di seppellire la credibilità di un’intera categoria. Non importa di che parte e di che partito siano: importa soltanto che abbiano potuto cadere tanto in basso, in un periodo tanto tragico.
Sono solo cinque, diranno legittimamente gli altri della politica. Devono restituire i soldi, dice l’indignato presidente della Camera, Roberto Fico. E’ il minimo. Ma non basta. Sono solo cinque, devono restituire i soldi, ma non basta. Devono sparire dalla circolazione. Devono rimettere il mandato e correre a nascondersi. E se non lo fanno spontaneamente, devono convincerli con le buone o con le cattive i loro capi. Per le spese del viaggio non c’è problema: possiamo concedere un altro bonus, ad personam, basta che si tolgano di mezzo. Che tornino ai loro posti di lavoro, magari noteranno la differenza.