FUORI I GENITORI DAL CAMPO SPORTIVO (VADANO A LEGGERSI GIBRAN, MAGARI)

Una volta Sandro Mazzola disse che non era d’accordo con alcuni insegnamenti dell’allenatore di uno dei suoi figli, non so più quale. Disse anche altro in quell’occasione, un insegnamento a sua volta, di portata universale. Disse che mai avrebbe interferito con l’allenatore, anche se in disaccordo mai avrebbe messo in dubbio il fatto che il figlio dovesse seguire le direttive del mister: se ne stava in disparte, nonostante sul football due o tre cose sensate potesse dirle eccome.

Anche se non aveva letto Kahlil Gibran, ma con certezza non posso saperlo, Sandro Mazzola sapeva perfettamente che i nostri figli non sono figli nostri. Aveva capito che fin dalla più tenera età ognuno di noi trova guide, maestri, precettori e anche allenatori che è giusto impari a seguire. Ognuno di noi avrà poi tutto il tempo per giudicare, rinnegare oppure portare a esempio perenne le persone che hanno provato a educarlo, anche a insegnargli a stare su un campo di pallone.

I genitori dovrebbero stare fuori dai campi di calcio dove i propri figli giocano e si divertono e imparano a vivere con gli altri. Questo ci insegna il provvedimento del sindaco di Mandello del Lario: chiudere il campo di calcio, decretare le partite a porte chiuse, per l’ennesimo cattivo esempio che i genitori offrono ai propri figli, l’ennesimo esempio di intolleranza, di sfogo di isteria collettiva, un tempo privilegio delle assemblee condominiali.

“Insulti, bestemmie, ingiurie”, scrive il sindaco, e poi petardi. E poi risse ovviamente. Genitori e figli in un groviglio di maleducazione senza pari. Non è il primo episodio, piuttosto l’ennesimo sui campi di calcio e non certo su quelli di rugby, la mala educazione che rimbalza dai genitori ai figli, certo non viceversa.

Non è scontato che allenatori e collaboratori siano modelli irreprensibili e che i giovani calciatori ne traggano solo grandi ideali, ma tenere lontano i genitori può solo aiutare: i piccoli campioni, quasi sempre mezze tacche in realtà, avranno almeno una tattica da seguire e non l’ideologia di famiglia.

Nonostante l’imperfetto, Sandro Mazzola è ancora vivo e vegeto, ma nonostante Sandro Mazzola, padri e madri continuano a dare il cattivo esempio.

 

I vostri figli non sono figli vostri.

Sono i figli e le figlie del desiderio che la vita ha di sé stessa.

Essi non provengono da voi, ma attraverso di voi.

E sebbene stiano con voi, non vi appartengono.

Potete dar loro tutto il vostro amore, ma non i vostri pensieri.

Perché essi hanno i propri pensieri.

Potete offrire dimora ai loro corpi, ma non alle loro anime.

Perché le loro anime abitano la casa del domani, che voi non potete visitare, neppure nei vostri sogni.

Potete sforzarvi di essere simili a loro, ma non cercare di renderli simili a voi.

Perché la vita non torna indietro e non si ferma a ieri.

Voi siete gli archi dai quali i vostri figli, come frecce viventi, sono scoccati.

L’Arciere vede il bersaglio sul percorso dell’infinito, e con la Sua forza vi piega affinché le Sue frecce vadano veloci e lontane.

Lasciatevi piegare con gioia dalla mano dell’Arciere.

Poiché così come ama la freccia che scocca, così Egli ama anche l’arco che sta saldo.

(Kahlil Gibran, “I vostri figli”)

 

 

 

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