FORTI PER DAVVERO

di TONY DAMASCELLI – La vittoria dell’Italia. Le lacrime di Spinazzola. Il calcio è questo, il calcio della nostra nazionale ci avvolge e ci coinvolge, i belgi tenuti nella loro difesa per scelta e per limiti, roba modesta perché la squadra di Mancini ha tenuto il gioco in mano e nella testa, soltanto soffrendo sul proprio fianco destro per i fuochi d’artificio di Doku che hanno bruciato Di Lorenzo.

Splendido il gol di Barella, una stella filante quello di Insigne, il rigore di Lukaku è stato il solo sbadiglio dell’attaccante dell’Inter, per il resto la squadra favorita nel ranking Fifa ha giocato soltanto di contropiede, mancando nei suoi uomini migliori. Grande Jorginho a dirigere e poi il resto della comitiva che ha preso sangue e football, con l’esperienza di Chiellini sempre reattivo al di là dell’anagrafe.

Si è fermato Spinazzola, anche stavolta un treno ad alta velocità e pure fortunato ai massimi deviando con la coscia, il gluteo, la chiappa un gol già fatto, ma il destino è bastardo e il ragazzo ha appoggiato malissimo la gamba e il ginocchio ha reagito di contraccolpo, un pianto lungo, nervoso di disperazione, uscendo in barella con le mani a coprire il volto nell’incubo imprevisto che gli porta via la semifinale, e costringendolo, temo, a una lunga degenza.

Italia piena di cose, gruppo e squadra, abile a giocare a due tocchi, con i belgi a guardare la nostra giostra, stupiti di un gioco che non immaginavano, come i vari Lineker, Vieira e i capalbiesi anti-azzurri.

Ora abbiamo Wembley, ora abbiamo la Spagna, profumi antichi ma con il desiderio di cancellare quella notte viennese.

Siamo noi, siamo azzurri tenebrosi, all’insaputa forse di noi stessi. Continua la cantilena del “finora non abbiamo vinto nulla”. Meglio così, verrà il giorno, verrà la notte, verrà quello che l’Italia merita, lo merita Mancini che non spaccia calcio, che non va in giro parlando del “suo” calcio e della “sua” squadra. Ha rimesso assieme l’Italia, in un Paese nel quale ognuno va per la propria strada. Ribadisco: sta a vedere che…

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