FESTA DI COMPLEANNO CON MUSATA

Siamo a Salt Lake City, nello Utah, USA, lo stato dove si trovano alcuni degli scenari immortalati in infinite pellicole Western e lo stato che ospita buona parte della comunità dei Mormoni, a sua volta raccontata in numerosi film, seri e faceti.

Breanna e Avery sono mamma e figlia, questa tre anni compiuti da poco e quasi non festeggiati. Sui social si rumoreggia e scorre a fiumi lo zucchero filato per la storia che le riguarda, con messaggi e abbracci che provano a consolare la piccola.

La mamma organizza una festa coi controfiocchi per i tre anni della figlia, in un posto che si chiama KidsTopia Playground, dove ci sono la finta giungla e un sacco di attrazioni a tema: invita ventisette bambini e organizza tutto quanto tramite Facebook e dice che almeno sette famiglie avevano confermato la partecipazione. Vien da dire, amaramente, che le avvisaglie c’erano, se tre quarti degli invitati non confermano, ci sono serie possibilità che la percentuale delle defezioni possa solo aumentare.

Sta di fatto che nessuno si presenta e sta di fatto che la cosa in sé infonde tristezza, ma proverei a non esagerare, anche perché le dichiarazione della mamma fanno pensare che tutto questo cuore spezzato in fondo non sia esclusiva dei tormenti della piccola Avery, anzi.

«Avevo pianificato l’evento su Facebook e avevo chiesto la conferma. Sette famiglie mi avevano detto di sì. Mia figlia non si è quasi accorta di cosa era successo: ha potuto mangiare quello che voleva e giocare. Ma sono stati soldi e tempo sprecato». Appunto, soldi e tempo sprecato, mi pareva.

Tutto quanto poi rimbalza da Facebook a TikTok, con un bel video spezzacuore e strappaqualcosa, e anche questo mi pareva, inevitabile intendo.

Il dispiacere è inevitabile, piccola Avery, anche se poi è proprio la tua mamma a dirci che in fondo forse nemmeno ti sei resa conto della disfatta, ma se non ti sei resa conto della disfatta, significa che quel che la mamma ha organizzato in fondo era uno spettacolo più a misura sua che tua.

Tua mamma, io spero, forse potrebbe avere imparato qualche cosa da questa storia. Non credo l’inaffidabilità e la superficialità dei social, visto che ad essi affida la speranza e la delusione in egual misura, però potrebbe aver pensato che in fondo gli amici uno se li sceglie e li dovrebbe poter guardare negli occhi.

Chissà se la mamma ti ha chiesto con chi avresti voluto festeggiare il tuo compleanno, con chi dei tuoi compagni di giochi. Chissà, magari guardandosi negli occhi e spiegando che tu ci tenevi così tanto, anziché una festa con ventisette invitati assenti, avresti potuto avere la tua piccola ma meravigliosa festa con i tre bambini che ti piacciono di più e coi quali vai più d’accordo.

Poi, Avery, ti dico anche che in fondo questa festa non era così importante, ne verranno altre che ricorderai per sempre. Quelle che organizzerai tra qualche anno, quelle organizzate da te, con le amiche e gli amici che ti sarai scelta, e poi quelle a sorpresa, che gli amici e le amiche avranno preparato per la loro cara amica Avery. Questo accadrà, te lo garantisco.

Credimi Avery, nessuno di noi ricorda di aver avuto una festa di compleanno a tre anni. Non significa che tre anni non siano importanti, al contrario, significa semplicemente che a quell’età giusto si comincia a guardarsi intorno, gli amici veri arriveranno, stanne certa.

Questo conta, solo questo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *