FERIE D’AGOSTO, IL TABU’ ITALIANO STA CROLLANDO

di GHERARDO MAGRI – C’è un prima e un dopo Covid per tutto, anche per le ferie. E’ la classica fuga dall’ufficio e dallo stress di stare giorni e giorni dentro lo stesso spazio limitato. Un po’ dal sapore fantozziano, ma il fuggi fuggi agostano l’abbiamo vissuto tutti in prima persona.

Poi arriva il maledetto virus e il quadro diventa liquido, le abitudini saltano e cambiano i nostri comportamenti, che si diluiscono in qualcos’altro che non riconosciamo. Siamo costretti a stare a casa, impariamo a fatica lo smart working e il tempo cambia i suoi connotati, facendoci perdere i ritmi ancestrali lavoro-ferie-lavoro. Abbiamo smarrito il riferimento della nostra seconda casa: l’ufficio, la scrivania, la macchinetta del caffè. Ci siamo persi per strada il luogo da cui necessariamente allontanarci per le ferie e, quindi, non c’è più lo stesso gusto. Quando parlo in questi giorni con i colleghi, colgo questo sottile senso di smarrimento e l’augurio di rivederci presto è più sentito che altre volte.

In aggiunta, nelle aziende più illuminate, l’utilizzo delle ferie (arretrate) è stato il cuscinetto fondamentale per evitare di entrare in cassa integrazione, svolgendo così un ruolo sociale, come mai successo prima. Il risultato pratico è che i dipendenti hanno goduto di molte più giornate libere non previste, distorcendo le proprie consolidate consuetudini. Ho visto gente che si è dovuta letteralmente inventare “nuove” forme di pause lavorative, con molti dubbi sulle capacità di riuscire a cogliere il momento. Ma, a conti fatti, è stata un’esperienza positiva e si è insinuato il dubbio virtuoso che non è poi così male interrompere un po’ più spesso il flusso di lavoro, senza aspettare il classico mese d’agosto.

Una picconata alla volta, anche noi italiani stiamo radicalmente cambiando l’approccio alle ferie. Non più blocchi granitici con date fisse, piuttosto una programmazione agile che privilegia l’improvvisazione del last-minute. Godersi anche pochi giorni, sfruttare meglio i ponti e far coincidere particolari momenti personali sembra un trend che finalmente ci proietta nel mondo di oggi e di domani. La frammentazione delle presenze e le diverse modalità di frequentarci, sullo sfondo dello smart working e dei collegamenti virtuali, sta smantellando il concetto delle ferie intese come assenze di massa, prolungate e inviolabili. E persino il tabù dell’agosto Italia mia non ti conosco, presto o tardi, potrebbe cadere una volta per tutte.

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