FAZIO RETROCEDE IN RAI3, BUONO PER TUTTI E PER NESSUNO

di TONY DAMASCELLI – Ci sono quelli che. E poi c’è Fabiofazio, una parola sola per un nome e un cognome. Illustri entrambi o meglio illustrati in una doppia pagina di “Repubblica”, firmata da Silvia Fumarola, incantata dal frinire delle cicale nella terra ligure dove il nostro ha dimora.

Fabiofazio il sopportato, l’incompreso, l’itinerante, il Garrone della Rai tv, la personcina perbene, di nuovo una parola sola, l’uomo che piace al papa e piaceva a Giulietto Chiesa, una quattro stagioni della comunicazione, un conduttore che vanta diverse imitazioni anche se lui medesimo è il primo ad avere imitato, nell’architettura dello studio, quel paraculo di David Lettermann (a proposito, l’ormai pensionato americano intervallava le parole sorseggiando bevanda, non meglio precisata, ma da una tazza di quelle tipiche da yankee o da souvenir aeroportuale; bene, da quel giorno in Italia anche la “maga” Merlino di La 7 si abbevera dallo stesso boccale, con la pausa riflessiva di chi la sa lunghissima).

Torno a Fabiofazio. Gli manca il monoscopio, ormai sparito anche dagli archivi, poi ha fatto il giro delle chiese di viale Mazzini e dintorni, Rai 1, Rai 2, adesso come al gioco dell’oca torna al punto di partenza, Rai 3, sbandierata come un felice ritorno alle origini, grazie a Franco Di Mare, giornalista e capo della struttura di cultura e affinità varie. Sarà questa, da settembre, la nuova scuola di recitazione del savonese e dalla sua garbata sodale Littizzetto Luciana.

Nel corso dell’intervista LUI afferma di non pronunciare mai l’acronimo Rai perché la stessa non è un’azienda ma fa parte della sua genetica. Si passa, con Fabiofazio, dalla trasmissione di eventi alla trasmissione di caratteri ereditari degli esseri viventi. Ohibò, siamo di fronte a una rivoluzione dell’uomo e dell’emittenza. Nel testo, ça va sans dire, si accenna a Salvini ma si evita di entrare nel campo degli emolumenti, pubblici, anzi si celebra la missione evangelica e parigina dello stesso Fabiofazio che, per intervistare Macron all’Eliseo, si è addirittura pagato il biglietto dell’aereo, prevedo in economy se non in offerta last minute, si sa i liguri…

Non vorrei essere provinciale, come egli stesso dice di essere stato agli esordi nella capitale. Oggi è ormai robbabbuona, piace alla gente che piace, riunisce virologi e buffoni, è l’italiano che unisce le mani in preghiera e poi le riapre per l’incasso del dovuto. Non è peccato questo, è però un mistero che dopo trentotto anni di genetica, cioé Rai, Fabiofazio si senta ancora un incompreso, costretto a ricominciare daccapo, forse senza pubblico perché, come lui stesso ammette: “questi mesi di Covid sono stati durissimi…”. Per lui specialmente, aspettando la chiamata, i nuovi palinsesti, temendo che il clima potesse essere cambiato. Mannò, prima o poi Rai chiama e la domanda è sempre la stessa: Che tempo che fa, formula rivista e scorretta della trasmissione meteorologica di Bernacca Edmondo, brigadiere generale. Che uomo, che tempi.

Un pensiero su “FAZIO RETROCEDE IN RAI3, BUONO PER TUTTI E PER NESSUNO

  1. Fiorenzo Alessi dice:

    Egr. Dott. Tony Damascelli,
    Ho un viziaccio , che di certo il chierichetto in questione non ha : dico ciò che penso.
    Ho l’opinione , di certo sbagliata e sgarbata (cioè priva di garbo) che l’ometto sia un formidabile e pressoché impareggiabile esempio di ruffiano.
    È termine dalle varie sfaccettature, ed interpretabile : benevolmente o malevolmente.
    Di sicuro , ad esserlo ed a farne esercizio di stile ed insieme modus vivendi , si sopravvive alla grande .
    In ogni caso, c’insegna Il saggio (personcina perbene , ma sempre ruffiano resta) i quattrini non fanno la felicità. Almeno non quella degli altri.
    Cordialmente.
    Fiorenzo Alessi

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