FATICHIAMO A REALIZZARE CHE E’ COMINCIATA LA RIVOLUZIONE: SI CHIAMA FUSIONE

La notizia (che tutti abbiamo orecchiato): il dipartimento per l’Energia degli Stati Uniti annuncia “una svolta storica nello sviluppo di una nuova tecnologia in grado, potenzialmente, di produrre energia illimitata e pulita”. Il 5 dicembre scorso nei laboratori della California sono stata ricreate alcune condizioni che si trovano solo nelle stelle e nel sole, quando si crea più energia di quella che si consuma. Si parla di fusione nucleare, che non produce emissioni di anidride carbonica – la famigerata CO2, vera nemica numero uno dell’ambiente – e nemmeno di scorie radioattive.

La notizia ha dell’incredibile perché apre una concreta e nuova soluzione alla ricerca di quella energia che servirà al pianeta per salvaguardarsi in modo sostenibile. Certo, la parola nucleare fa ancora paura, anche perché la tecnica usata nei test americani era nata per simulare proprio lo scoppio di ordigni nucleari, ma la scoperta è di gran lunga più importante di come la si è ottenuta, al momento. Serviranno molto tempo ed enormi investimenti prima che si possa ottenere un vero uso “domestico” e di massa, ma la strada è stata aperta, adesso. La velocità dello sviluppo sarà fortemente influenzata dalla disperata fame di strategie energetiche che possano salvare l’intera umanità. Oggi, il focus è sulle energie rinnovabili naturali, ma i calcoli non dimostrano ancora che possano essere sufficienti, in primo luogo sull’asse dei tempi, dato che il count-down è partito da un po’.

L’alternativa nucleare scombina le carte e ha le sembianze di un inaspettato e insperato jolly da calare sul banco. Dovrà mettersi in moto non solo la comunità scientifica, speriamo senza confini e stupidi giochi da cortile, ma soprattutto ci vorrà una ferma visione politica a lungo termine che consenta il giusto sviluppo, che detti le leggi in termini di sicurezza e di equilibri nella distribuzione. Non per ultimo, sarà necessario un coinvolgimento dell’opinione pubblica sulla necessità di far diventare il nucleare una scelta condivisa e amica, non più da vedere solo come la causa dei catastrofici incidenti nelle centrali. Certo, dimostrare – come ci annunciano – che un bicchiere d’acqua basterà per riscaldarci un anno in intero aiuterà molto…

La posta in gioco è troppo alta e i tempi sono stretti, non c’è spazio per troppe dissertazioni filosofiche, sia pur giustificate, come in passato. L’attenzione si dovrà porre, invece, sull’obiettivo di azzerare quanto più possibile i rischi e sulla reale fattibilità di produrre energia a disposizione di tutti. Sembra un compito impossibile, ma fino a qualche giorno fa sembrava altrettanto impossibile avere soluzioni tecnologiche così rivoluzionarie. Mi viene in mente il parallelo dei missili di Von Braun, inizialmente pensati per colpire tragicamente l’Inghilterra, e poi convertiti da lui stesso nei razzi che hanno permesso lo sbarco dei primi uomini sulla luna.

La scoperta scientifica è disponibile, adesso tocca all’Uomo il delicato compito di utilizzarla nei migliore dei modi. Ma questa, mi pare, l’abbiamo già sentita parecchie volte.

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