EUREBUS COVID MULTICOLOR

di TONY DAMASCELLI – Quelli di Bruxelles hanno le idee chiare sulle misure delle vongole e delle banane, un po’ meno sui colori. Su richiesta di nuovi lumi dei capi di Stato e di governo, hanno prontamente introdotto una nuova tinta in aggiunta a quelle già conosciute relative alla diffusione del virus. Non soltanto il giallo e l’arancione e il rosso, ecco a voi il deep red, profondo rosso, zona ad altissimo rischio di contagio, un lazzaretto che in Italia coinvolge tre regioni, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e provincia autonoma di Bolzano.

Ma la cosiddetta e sedicente Unione europea non si fa mancare nulla, dunque rosso scuro anche per la penisola iberica, eccetto la parte nord dalla Galizia ai Paesi baschi, poi le aree meridionali e centrali della Francia, tutta l’Irlanda, una fetta della Germania, la repubblica Ceca, la zona baltica, un po’ di Svezia e Cipro.

Sull’atlante del vecchio continente si può giocare con tre più una matite colorate. Il deep red è una roba non meglio precisata (s’è capito solo che per uscirne servono tampone e quarantene), ma è tipica dei funzionarti che hanno nella testa l’ambiguità, il compromesso, tipo insalata belga, verdura senza foglie, pure pallida e tendente all’amarognolo.

Deep red suggerisce inevitabilmente la storica storiella di quella classe scolastica di Harrison, nell’Arkansas, la zona più razzista degli Stati Uniti. La nuova maestra, spedita dalla Casa Bianca, cerca di riportare la pace tra gli scolari: “E’ ora di finire questo odio tra bianchi e neri, proprio in questa aula, in questa classe fondiamo una nuova razza, la razza blu! Siete contenti?”. Festa, balli e abbracci tra i bambini stupiti e curiosi dell’idea e della proposta. A questo punto, per ristabilire l’ordine, interviene la maestra: “Adesso basta con i festeggiamenti, tornate ai vostri banchi. Per favore i blu scuro a destra….”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *