ESSERE MADRE DI UNA MADRE DEGENERE

La vicenda di Alessia Pifferi, condannata all’ergastolo per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di appena 18 mesi, provoca un terremoto emotivo difficile da gestire. Persino, come ha sottolineato Alberto Matano a “La Vita in Diretta”, per chi da giornalista è abituato ad occuparsi di fatti terribili.

È vero, Matano ha ragione. Io che normalmente guardo il telegiornale di mezzogiorno ed evito il contenitore pomeridiano della Rai da lui condotto, stavolta ho fatto il contrario; non ho guardato il tg e ho seguito il servizio del pomeriggio.

Perché la notizia nuda e cruda era troppo forte da reggere ma, d’altro canto, volevo ascoltare qualche commento, qualche psicologo che ne parlasse, qualche opinionista.

Non so bene cosa sperassi; forse volevo trovare una ragione, pur remota, a quanto è successo. Qualcosa che mi permettesse di trovare pace.

So che potrebbe sembrare esagerata la ricerca di spiegazioni da parte di una qualsiasi persona estranea ai fatti come sono io.

Ma non è così. Perché chiunque abbia seguito questa storia terribile non riesce a non farsi delle domande.

Una su tutte: ma quando si può dire di una donna che è anche una buona madre?

Perché madre era Alessia che ha lasciato a casa da sola sua figlia non in grado di badare a sè stessa. Ma madre è anche quella della stessa Alessia. Una donna, Maria Assandri, per la quale adesso si adombra un sospetto di poca attenzione per questa figlia che ha agito in maniera sconsiderata.

Una madre che però rigetta fortemente qualsiasi accusa di mancata cura verso la figlia, dicendo che era impossibile sapere come agisse con la bambina.

Ed è qui che non ce la faccio. Ma possibile che non le sia mai venuto un dubbio sulla vita di questa figlia e sulle condizioni in cui veniva cresciuta la nipote? Non posso crederci. Non voglio crederci.

Perché anche io sono mamma, e per quanto una figlia ti allontani per divergenze di opinione, ti dica che vuole fare da sola la sua vita, che sono fatti che non ti riguardano, io mai potrei restare a guardare. A costo di diventare insopportabilmente presente.

E so, in cuor mio, che anche questo atteggiamento così protettivo non è giusto. Ma preferirei farmi detestare da mia figlia piuttosto che lasciarla andare verso un destino che la annienterà.

La signora Assandri, mamma di Alessia, dichiara di avere la coscienza pulita.

Non ho motivo di non crederle. Ma proprio perché le credo, il cuore mi si spacca ancora di più.

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