EPPURE SAREBBE MEGLIO PER TUTTI CHE QUEI SOLDI LI TENESSE L’EREDITIERA BASF

Come la maggior parte degli appassionati di musica di una certa età, la BASF me la ricordo per le musicassette, quelle vergini sulle quali copiavamo i dischi degli amici o assemblavamo compilation per piacere nostro o talvolta per provare a entrare nelle grazie di qualche fanciulla, impresa che quasi mai andava a buon fine.

Fondata in Germania nel 1865, la BASF è però innanzitutto un’azienda chimica tra le più famose e prosperose e chi fa parte della famiglia Engelhorn, la famiglia fondatrice, difficilmente avrà difficoltà a far quadrare i conti a fine mese.

Marlene Engelhorn, ad esempio, trentenne discendente di quella famiglia, che ha appena ricevuto un’eredità di 4 miliardi di euro. Ricevuta e rifiutata per l’esattezza, trattenendo il 10 per cento, e nemmeno riesco a immaginare i commenti bercianti dei tastieristi social di mezzo mondo, i quali quanto meno le avranno dato della pazza e quanti più l’avranno insultata perché in fondo può apparire comodo rifiutare 4 miliardi di euro quando di fatto hai comunque tutti i privilegi possibili immaginabili e non hai comunque bisogno di soldi.

Ed è indubbiamente comodo, per molti versi, ma forse non del tutto, visto che nessuno o quasi lo fa. Conviene per prima cosa leggere le sue parole in merito: “Non saprei cosa farne e non potrei essere felice”.

Poi ancora, “questa non è una questione di volontà, ma di correttezza. Non ho fatto nulla per ricevere questa eredità. Questa è pura fortuna alla lotteria delle nascite e pura coincidenza”.

Come si sposta l’inquadratura, si sposta il modo di vedere e percepire questa vicenda. Dal ricco sfondato al nullatenente, passando in carrellata tutte le posizioni intermedie, ci sono molti modi di percepire un gesto simile e non è detto che due che occupano la medesima postazione non possano avere visioni divergenti. Ci sarà il nullatenente ammirato e sorpreso, a sottolineare la nobiltà d’intento, ci sarà il nullatenente sorpreso e adirato, quasi offeso per la facilità di un gesto che non ha impatto sulla vita di tutti i giorni e nemmeno su quella futura di chi lo compie.

Lo stesso dicasi per i milionari, lo stesso per coloro che stanno in mezzo, in genere i più vigorosi e accesi nelle manifestazioni in questi casi, perché equidistanti ma non per questo equi, timorosi di poter cadere nei gironi più vicini a terra e allo stesso tempo ambiziosi e desiderosi di scalare il più possibile la classifica del censo.

Parlo di coloro che si scaldano per queste cose, gli altri alzano le spalle, hanno altro a cui pensare e la notizia è un lusso per buontemponi, che han buon tempo da dedicare a queste faccende e pure l’ardire di stabilire se l’azione sia buona, sincera, assennata, oppure appunto comoda, falsa, sconsiderata.

Va detto che la rampolla, sia pure nata con la camicia, non sta improvvisando. In tempi non sospetti, per noi poveri cristi almeno, ha fondato il movimento AG Steuersrechtigkeit, conosciuto in inglese come Taxmenow, che più o meno sta per “fatemi pagare le tasse ora”, un movimento formato da progenie di dinastie ricche e famose che pretendono una tassazione adeguata, al rialzo, per le fortune di famiglia. “Essendo una persona che ha goduto dei benefici della ricchezza per tutta la vita, so quanto sia distorta la nostra economia. Non posso continuare a stare seduta ad aspettare che qualcuno, da qualche parte, faccia qualcosa.”

Come sottolinea Luciano Luna, su “Money.it”, “secondo i dati di Oxfam risalenti al 2019, l’1% più ricco del mondo, sotto il profilo patrimoniale, deteneva più del doppio della ricchezza netta posseduta da 6,9 miliardi di persone.”

Se a qualcuno tutto questo pare normale, come non detto, avanti tutta e nemici come prima. Solo una cosa mi sento di dire a Marlene Engelhorn: visto come vanno le cose in questo mondo e visto quel paio di idee assennate che pare avere, li prenda quei quattro miliardi. Li usi per fini nobili e provi fino in fondo a cambiare il mondo. Non ce la farà, ma sarà un fallimento tra i più gloriosi.

In caso contrario, è probabile che quei 4 miliardi finiranno per servire proprio la causa che lei combatte.

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