di PIER AUGUSTO STAGI – Fatemi capire, dal titolo di una fortunatissima rubrica di Candido Cannavò, indimenticato direttore della “Gazzetta dello Sport”. Fatemi capire: quindi Elisa Di Francisca avrebbe dovuto tacere? Da opinionista Rai, chiamata a esprimere il proprio parere tecnico su cose che la riguardano – la scherma – lei, secondo Julio Velasco, avrebbe dovuto tacere, o perlomeno dire solo cose piacevoli, che non andassero a toccare la suscettibilità del clan azzurro?
Per il sedicente guru del pensiero debole, già maestro di pallavolo, la Di Francesca ha sbagliato i tempi e i modi. Giudizio: “Disgustoso”. Eppure a me sembra che abbia solo detto che non avrebbe mandato Arianna Errigo a fare l’ultimo assalto, perché psicologicamente più fragile, più emotiva.
Riporto la sua dichiarazione da agenzia: «Forse l’ultimo assalto in semifinale avrebbe dovuto farlo Alice Volpi. Arianna Errigo è fortissima sia fisicamente che tecnicamente, ma soffre le gare importanti, soprattutto le Olimpiadi. Lo abbiamo visto ai Giochi di Rio e anche qui a Tokyo: è un peccato perché oggi le altre ragazze hanno tirato bene e invece Arianna, che dovrebbe essere la punta della squadra, è mancata nel momento decisivo». Apriti cielo! Per il guru italo-argentino è questo il commento “disgustoso”.
Orbene, le questioni sono due: o io ho visto un video su “Gazzetta.it” sbagliato, oppure chi risponde in maniera scomposta e sgangherata è lui. Usando il suo lessico, è lui che risulta disgustoso, sparando nell’etere una supercazzola sul bene e sul male che nulla c’entra. Sul buonismo e altre amenità.
Se la Di Francisca è stata chiamata nella squadra olimpica della Rai a dare la propria opinione tecnica ha il sacrosanto diritto di dire quello che pensa, in questo momento, perché i Giochi sono ora, non tra un mese. Perché lei – presumo – ha competenza e conoscenza oltre che titoli per parlarne. A meno che sia Velasco a dettarci i tempi e i modi di critica, come faceva l’immensa Raffaella Carrà: anziché via alle telefonate, via con le critiche e al mio segno, stop! Forse lui, illuminato pensatore, vuole un mondo così, un po’ come Giucas Casella: le critiche? Quando lo dirò io.