E’ MORTA LA REGINA E NON SE NE PUO’ GIA’ PIU’ DEI SUDDITI ITALIANI

Anche se non sembra nemmeno possibile, perché stava diventando sempre più credibile l’idea che fosse immortale, la regina Elisabetta ha chiuso gli occhi e se n’è andata. Non si può oggettivamente parlare di morte prematura. Non si può dire non abbia avuto una buona vita. Tutti i giorni, ovunque, muoiono bambini innocenti. In Ucraina muoiono soldati e civili, in Mozambico è appena morta una povera suora missionaria. Succede che muoiano pure le regine.

E’ morta da poco, ma già sta diventando insopportabile il coro delle prefiche nostre, dei sudditi e dei cortigiani italiani, subito attaccati alle loro dirette no-stop, convinti che così si debba fare, perchè una regina è una regina, ha sangue blu, non è una creatura qualunque, e poi nelle redazioni si è sempre detto che la monarchia inglese tira parecchio. Vanno via in automatico, con quelle facce di circostanza messe su a comando, ci tocca di nuovo la direttrice Monica Maggioni di nuovo a capotavola, con i suoi tempi al cloroformio e la sua mania delle storie, ci toccano i Varvello e i Severgnini, sedicenti reginologi, impegnatissimi con quell’affettato e surreale tono british a spiegarci tutti i risvolti della liturgia monarchica, ora subentrerà questo, alla tale ora, con tali poteri, ampio spazio all’immancabile aggiornamento sui movimenti di figli e nipoti, questa è già al capezzale, quell’altro è in viaggio, quell’altra ancora forse non è desiderata e resterà a casa sua.

Che noia e che peso. Muore Madre Teresa e se la cavano con una biografia, magari uno speciale in seconda serata se proprio non c’è in giro altro. Muore la regina d’Inghilterra, dopo 96 anni di vita privilegiata, e noi dovremmo listarci a lutto per un paio di settimane, come e magari anche più degli inglesi stessi, che quanto meno hanno scelto di essere sudditi da centinaia d’anni, senza stancarsi mai. Magari dovremmo pure piangere.

Pianga chi sente di dover piangere. Pianga ciascuno le lacrime sue. Ma anche stavolta la livella ha fatto bene il suo lavoro: tutti uguali quando non si respira più. Sarebbe bello fossimo davvero tutti uguali anche mentre respiriamo, ma a quanto pare c’è un sacco di gente che vuole stare sopra e un sacco di gente che si compiace di stare sotto. Con la livella, torna in voga la legge di natura. Non c’è più sangue blu, non ci sono più corone, non ci sono più nobiltà e miserie.

Se poi si vuole credere anche a qualcosa di più misterioso, bisogna immaginare che ora anche la regina, persino la regina, andrà a rendere conto della sua lunga vita a chi gliel’ha regalata, lui effettivamente signore assoluto, benchè nessuno l’abbia mai visto in giro con la corona e con lo scettro. Anche la regina, persino la regina, ha bisogno di auguri – diciamo pure preghiere – per questo esame supremo. Poi, riposi in pace. A noi toccano le dirette e le maratone a ciglio umido, per giorni e giorni, figuriamoci il giorno dei funerali. E saremmo repubblicani.

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