Aveva fiutato qualcosa che non andava, la signora conducente di autobus. Quando i suoi sospetti sono stati corroborati da prove, non ci ha pensato un attimo: si è mimetizzata tra i passeggeri con regolare biglietto e valigia, ben truccata e camuffata, e per 15 volte ha viaggiato con colleghi che non l’hanno mai riconosciuta.
La dipendente della ditta “Morandi” ha indagato da sola infiltrandosi tra la gente, mascherata per smascherare. E ce l’ha fatta. E’ riuscita a dimostrare che qualcuno dei suoi compagni di lavoro prendeva centinaia di euro dai migranti per farli espatriare, anche senza documenti.
Il comandante della Polizia locale di Milano, Gianluca Mirabelli, ha così potuto documentare il traffico di esseri umani collaborando con la Polizia di frontiera di Bardonecchia: 7 arresti tra facilitatori, complici e autisti e 60 indagati. La vicenda, conclusasi in questi giorni, è nata più di 2 anni fa, il 29 ottobre del 2022, quando gli agenti fermarono un “BlaBlaBus” della ditta Morandi a Bardonecchia, con a bordo 7 minorenni stranieri irregolari e senza documenti: “Non capivo come potesse accadere che le persone salissero senza documento o senza titolo di viaggio”, ha rivelato a ‘Repubblica’ la donna. “Mi sono travestita in modo diverso ogni volta e per 15 sere consecutive mi sono fatta accompagnare a Lampugnano con tanto di bagaglio al seguito, fingendomi una qualunque. Tornavo a casa in uno stato pietoso, tra il trucco pesante e il freddo che ho preso… Dopo l’ultimo viaggio notturno sono tornata a casa con la febbre e una polmonite come regalo”.
E’ servito per beccare un collega in flagranza, tale Paolo: “Una sera ho visto Paolo andare nel baretto dietro alla biglietteria e prendere 3 persone di colore prive di bagaglio e caricarle sul bus, facendole salire dalla porta davanti mentre l’altro collega era impegnato a disporre le valigie nei bauli. Sono tornata alla macchina, mi sono cambiata velocemente e sono partita dietro al pullman: al cambio autista qui fuori dalla ditta, ho chiesto al collega che doveva mettersi alla guida con Paolo di rifare il check-in davanti a me a porte chiuse. Infatti quelle persone erano a bordo, sedute in fondo nell’ultima fila. Le ho prese, le ho fatte scendere e le ho accompagnate alla fermata del bus di città. Poi ho sclerato con Paolo il quale ovviamente ha negato tutto”.
A seguito di quell’episodio, la ditta Morandi ha inviato al diretto interessato una lettera di contestazione disciplinare e dopo 5 giorni, come da prassi, l’ha sospeso: “Sono certa che ha continuato a farlo per molto tempo, perché gli autisti mi raccontano ancora oggi che a volte vengono avvicinati da persone di colore che chiedono se c’è Paolo”.
Nella malavita le spie le (o li) chiamano infami. Nella vita di tutti i giorni della gente normale e civile, la signora autista è invece una piccola eroina, facendo quello che andava fatto, essendo quello che dovremmo essere tutti.