E INTANTO NOI PREPARIAMO LA SOLITA GUERRA FIORENTINA-JUVE

La storia è fatta di momenti, che vanno sempre contestualizzati. Di storia in questi giorni se ne sta scrivendo molta, con non poca apprensione, con non poco dolore e spargimento di sangue. La guerra è sull’uscio di casa dell’Ucraina e il mondo è con il fiato sospeso. Noi occidentali osserviamo con preoccupazione e dolore, sperando in un imminente cessate il fuoco, nel frattempo proviamo ad andare avanti, come è giusto che sia.

Lavoro, scuola e viaggi, incontri, feste e sport: insomma, si va avanti. C’è anche il calcio, con il derby milanese di Coppa Italia e l’altra sfida tra due città che storicamente non si prendono molto: Firenze e Torino. Fiorentina e Juventus. Non voglio fare un processo alle intenzioni, ma sento attorno a questa sfida un clima preoccupante, e chiaramente non per il vento artico che sta interessando il nostro Paese. I tifosi viola sono mobilitati, alcuni hanno anche scritto che sono sul piede di guerra per accogliere come si conviene il traditore Dusan Vlahovic. E qui sta il punto.

Clima incandescente per una sfida di calcio, per un giocatore che fino a un mese e mezzo fa vestiva la maglia color viola e adesso è dalla parte sbagliata, con gli odiatissimi bianconeri, ma come dicevo questa storia va contestualizzata. Guai a noi se non ne siamo capaci. Il contesto è che stiamo vivendo un momento molto delicato, diciamo pure difficilissimo, e c’è chi fatica ad alzare la testa e a comprendere che forse non è il caso di esagerare. Di non alzare i toni. È pur sempre una partita. È vero, è una sfida importante, che vale l’accesso alla finalissima di Coppa Italia tra due squadre storicamente rivali, ma vediamo di fare per una volta le persone serie.

Il calcio è la rappresentazione pacifica di una “guerra”, però leale, tra due fazioni unite da un amore: il gioco del calcio. Questo dovrebbe essere, questo deve tornare ad essere in un momento delicato e tragico come questo. Vlahovic vi sta sugli zebedei? Più che giustificato, ma non alzate i toni, non tirate fuori il solito armamentario delle nostre domeniche, tutt’al più limitatevi a incitare a squarciagola i vostri beniamini di color viola. Anche i giocatori, anche loro capiscano il momento. Il contesto. Sappiano che stanno per giocare una partita di calcio e come tale deve essere considerata. Non mirate alle gambe, fate in modo che la sfida sia davvero leale e aperta, avvincente e emozionante.

Italiano lo faccia per l’Italia, ma anche per l’Ucraina; Allegri sia allegro e concreto, in nome di uno spettacolo che deve allontanare, almeno per un momento, i cattivi pensieri.

Mi rendo conto di essere troppo ecumenico e forsanche mieloso, ma sogno i viola applaudire Vlahovic, così come i tifosi bianconeri applaudire i viola. No, questa partita non può e non deve essere la solita rappresentazione di una guerra, ne abbiamo già una che è lì, a portata di mano, ben più vera…

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