E DIRE CHE LA STESSA RUSSIA DEI GRANDI E’ EUROPEA FINO AL MIDOLLO

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, vola in Ucraina e tende la mano ai fratelli di quella terra flagellata e dà a intendere che l’Unione Europea sarebbe pronta ad accoglierli, in virtù di una fratellanza innata, di una atavica appartenenza alla cultura europea. Bello il pensiero, bello l’intento, ma io vago e divago con la mente, un po’, tra le pagine di tanta letteratura senza frontiere.

Michele Strogoff, protagonista del romanzo omonimo, attraversa la Russia per avvertire il fratello dello zar Alessandro II della minaccia incombente, del traditore che vuole prendere il potere in modo violento e vigliacco. Il creatore di Michele Strogoff si chiama Jules Verne e nacque a Nantes, in Francia, nel 1828.

Orlando, il mutevole protagonista del romanzo omonimo, s’innamora della principessa russa Marusja Stanilovska Dagmar Natasha Ileana Romanovich. Le affinità elettive tra l’inglese e la femme fatale levantina innescano una passione che non conosce alterità. Non durerà a lungo, ma è il destino di infinite passioni sedicenti impossibili. L’’autrice di “Orlando” si chiama Virginia Woolf e nacque a Londra nel 1882.

Lisaveta Ivanovna è l’artista interlocutrice russa alla quale Tonio Kröger confida amenità e tormenti, nella seconda parte dell’omonimo racconto. Tonio Kröger, borghese di nascita e artista per aspirazione, trova in Lisaveta lo specchio spietato dei suoi interrogativi e delle sue indagini interiori . “Tonio Kröger” fu scritto da Thomas Mann, che nacque a Lubecca nel 1875.

Vasilij Semënovič Grossman è l’autore di quell’affresco tragico e straordinario intitolato “Vita e destino”, l’affresco della resistenza russa al nazismo, ma molto di più in realtà: vi si ritrovano le stesse vite e gli stessi destini che ogni giorno ci vengono raccontati dai reportage di guerra dall’Ucraina. Non militi, ma civili ignoti, qualcuno perso, qualcuno in fuga, qualcuno fiero e irremovibile, tutti comunque disperati, qualcuno morto. Grossman nacque a Berdyčiv, città ucraina, nel 1905. Il suo capolavoro lo scrisse in Unione Sovietica, ma fu pubblicato vent’anni dopo in Svizzera, nel 1980.

Questo zibaldino di nomi, date, titoli e autori vuol dire una cosa, forse due. Sento Ursula Von Der Leyen dichiarare che l’Ucraina è parte dell’Europa, per spirito e per valori, ma il dramma assoluto e definitivo del massacro in corso è che la Russia stessa è parte integrante della storia e della cultura dell’Europa e uno dei drammi assoluti di questo tenebroso tempo è l’assoluta incompatibilità con la Russia dei nostri Dostoevskij, Tolstoj, Cechov, Turgenev e Nabokov e tutti gli altri. Gogol e Bulgakov, nati in Ucraina, quando era una regione della Russia. E poi Puškin. Chi ha letto Puškin sa che appartiene all’umanità intera e nessuna anagrafe potrà mai richiuderlo in confini definiti.

Questo il dramma nel dramma, vedere parte della cultura che ci ha nutriti associata a un folle ignorante e mentitore. La Russia è parte della cultura europea in modo decisivo e inevitabile, la Russia è nell’unione europea, sia pure a sua insaputa e magari contro il proprio volere, ma i grandi scrittori della sua storia e i grandi scrittori degli altri Paesi europei hanno deciso così, non c’è guerra, non c’è imperialismo, non c’è gas che possa contraddire questo.

È un pensiero ingenuo e candido, indubbiamente, ma non più ingenuo e più candido di voler compiere il proprio destino di uomo massacrando un popolo intero.

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