DUE ITALIE, DUE SANITA’: LO DICONO PURE LE CLASSIFICHE

La rivista americana “Newsweek” ha appena pubblicato la classifica delle migliori strutture sanitarie al mondo, concernenti 11 specialità mediche. In tutte le categorie, al primo posto si situa un ospedale statunitense, ma la tanto bistrattata sanità italiana non sfigura affatto, collocando in diverse specializzazioni proprie strutture tra le prime venti. Piuttosto, emerge un forte divario tra Nord e Sud Italia (ovviamente sono sempre criticabili i criteri di valutazione, che la rivista ha reso pubblici). MD Anderson Center di Houston è il miglior ospedale oncologico, mentre la Mayo Clinic Rochester svetta in ben 6 discipline: endocrinologia, gastroenterologia, neurologia, neurochirurgia, urologia e pneumologia. Per la cardiochirurgia l’eccellenza è tutt’ora la Cleveland Clinic, Ohio, dove Renè Favaloro nel 1967 realizzò il primo by-pass aortico, mentre in cardiologia il primato mondiale spetta all’Aurora St. Luke’s Medical Center del Wisconsin.

Guardando in casa nostra, la sanità lombarda, pur tanto criticata recentemente, si conferma un’eccellenza. In Oncologia lo I.E.O. è al 12° posto, l’I.N.T. al 17° e l’Humanitas al 25°, con 11 ospedali italiani tra i primi 100. In Cardiologia troviamo il Monzino al 18° posto, il San Raffaele al 21°, il S. Orsola Malpighi di Bologna al 34° posto e complessivamente 8 strutture tra i primi 100. Anche in Cardiochirurgia il Monzino con la 20a posizione risulta l’eccellenza italiana, seguito al 22° posto dal S. Orsola-Malpighi, mentre più distaccato si colloca il San Raffaele al 48° posto. Ancora una struttura lombarda, il Besta, è la migliore struttura italiana sia per la Neurologia (11° posto), seguito dal Policlinico Gemelli (33°), che per la Neurochirurgia, dove raggiunge la 21° posizione, staccando gli Ospedali Riuniti Marche Nord di Pesaro, al 65° posto. Il Gemelli di Roma è la nostra eccellenza in Gastroenterologia, con l’ottavo posto, mentre ben figurano anche l’Humanitas di Rozzano (23a posizione) e l’A.O. di Padova (38°). Ben 7 reparti italiani sono tra i migliori 100 in Endocrinologia, dove spicca il San Raffaele al 16° posto, e le Molinette di Torino sono al 48° posto. Buoni risultati anche per gli ospedali specializzati. Il Rizzoli di Bologna è al quinto posto mondiale per l’Ortopedia, seguito in 25a posizione dal milanese Galeazzi, mentre in Pediatria il Bambino Gesù di Roma è in 12a posizione, il genovese Gaslini in 40a e il Buzzi di Milano è 43°. Infine, il Policlinico Gemelli (54°) è la migliore struttura per la Pneumologia, mentre in Urologia la A.O. di Padova si situa al 27° posto, seguita dalle Molinette al 49° posto.

Purtroppo colpisce, ma probabilmente non sorprende, il risultato assai peggiore che riguarda le strutture del Sud, a prescindere dalla metodologia di ricerca utilizzata. Il Pascale di Napoli è al 46° posto per l’Oncologia, la Federico II di Napoli è novantesima per l’Endocrinologia, il Moscati di Avellino è novantanovesimo per la Neurochirurgia. Nulla più: tra le prime cento strutture mondiali delle 11 discipline nessuna altra segnalazione per il nostro Mezzogiorno. Così, i governatori delle regioni meridionali non devono poi prendersela con i cittadini, se vanno a operarsi altrove…

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