DRAGHI A ZERBINO

di CRISTIANO GATTI – Per certi versi è anche un segnale incoraggiante, un altro che dimostra il calo dell’ossessione Covid, almeno in Italia: parlano di nuovo tutti del governo Draghi, inteso come soluzione magica all’emergenza economica, a tutti i mali, magari pure al mal di denti e al mal di schiena.

Ultimamente è bastato che Di Maio andasse a trovare il banchiere perchè il gossip romano facesse ripartire i botti: si fa, Conte ha i giorni contati, in autunno finiranno casse integrazioni e aiutini di Stato, soltanto il tecnico a cinque stelle può reggere l’urto. Serve lui, non può tirarsi indietro. Sono tutti pronti a sostenerlo. A modo loro. Del genere: se farà questo e questo, avrà il nostro pieno sostegno. Praticamente tutti sono pronti a sostenere un Draghi scendiletto, diligente esecutore della lista di ordinazioni che arriverà da ogni singolo partito.

D’altra parte, il panorama estivo offre un quadro piuttosto chiaro, nella sua confusione: Di Maio che ormai considera Conte più o meno come la prostatite, Renzi che non ha mai smesso di considerarlo come la prostatite, Salvini che Draghi vorrebbe averlo tutto per sè, Berlusconi che pur di esistere voterebbe anche il cugino di Draghi, persino Calenda, il nuovo e il diverso, dopo tante belle parole e ardite teorie atterra di schianto auspicando un governo larghissimo, magari a guida Draghi, però con Berlusconi e la parte illuminata della Lega, cioè Zaia, tutto questo giro onirico di mesi per partorire un’idea che neanche Malagodi e Rumor.

E’ la politica dell’estate, bellezza. E pazienza se per noi è sempre così, quattro stagioni come la pizza, in inverno tale e quale, perennemente a brigare e a intrigare per tirare fuori dal cilindro il coniglio giusto, il taumaturgo capace da solo di levarci tutte le castagne dal fuoco, come se un solo italiano potesse risolvere vizi e vergogne di tutti gli italiani messi assieme. E’ il bisogno atavico di avere la foglia di fico. In un certo modo, l’intera faccenda ricorda molto la panchina dell’Inter: dopo aver preso il numero uno su piazza, subito il giorno dopo si comincia a cercare un numero uno che possa finalmente rimediare ai danni dell’incapace, con il risultato che da anni gli allenatori arrivano geniali e se ne vanno da impediti, rovinati per sempre.

In politica, uguale. Da un buon trent’anni, dalla fine della prima repubblica, troppo proporzionale e piena zeppa di aghi della bilancia, siamo andati a caccia del condottiero con i superpoteri, dell’uomo solo al comando, del grande capo carismatico che faccia per tutti.

Nella roulette adesso gira la pallina di Draghi. Quanto è bravo Draghi, quanto serve Draghi. Lui sì ci cava fuori dalla palude. L’importante è che questo fenomeno faccia per bene quello che gli si dice. Quello che gli chiede Di Maio, quello che gli chiede Renzi, quello che gli chiede Salvini, quello che gli chiede Berlusconi, quello che gli chiede Calenda.

Non c’è paradosso, è tutto così normale: alla nostra politica, da sempre, non serve un superuomo, capace e competente, ma un superzerbino. Questa la verità.

E chi ci dice che non sia proprio per questo che Draghi, non esattamente uno stupido, alla fine magari se ne guarderà bene. Meglio insegnare, meglio giocare a golf, meglio giocare a scopa, meglio qualunque cosa, piuttosto che immischiarsi con certa gente. A meno che, sempre a meno che, alla fine anche in lui non esca in modo trionfale la vanità, in questi casi altrimenti detta spirito di servizio.

Un pensiero su “DRAGHI A ZERBINO

  1. Fiorenzo Alessi dice:

    Egr. Direttore Gatti dott. Cristiano,
    Nello scrivere di questioncelle delle quali, tutto sommato, da buon cittadino ho imparato a diffidare…a prescindere, Lei ha avuto l’ardire di menzionare la Beneamata INTER.
    Non doveva farlo.
    Di quel tizio capellone (che ricordo miseramente calvo quando vestiva un’altra maglia , di una squadra innominabile ) ed urlatore seduto a peso più che d’oro in panchina può fare e dire ciò che le pare.
    Ma lasci stare l’INTER.
    Di fronte allo sfacelo della POLITICA, un tempo un’arte per certi versi ANCHE nobile , ora ridotta a strame dalla strana umanità che ne ha sciaguratamente preso le redini, da Interista di vecchia data non mi tolga anche la possibilità di fantasticare .
    Che stia tifando ancora una squadra …di DRAGHI !
    Quando si dice la FANTASIA al POTERE.
    Scherzosamente , e sempre Cordialmente .
    Fiorenzo Alessi

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