DOPO TUTTO, IL TORNADO MELONI L’HANNO CREATO I 5 STELLE

In genere non scrivo di politica perché occorrono competenze che reputo di non possedere, ma per una volta dirò al mia su un argomento tanto scottante quanto divisivo, provando a evitare le logiche da tifoso di una squadra piuttosto che un’altra.

Già ascoltando le dichiarazioni alle Camere sulla fiducia al nuovo governo, sembrerebbe che i 5 Stelle, Conte e Scarpinato in testa, siano i più agguerriti avversari della Meloni.

Eppure io penso che il successo di Fratelli d’Italia abbia origini lontane e un ruolo importante lo abbia anche il trionfo del movimento di Grillo alle precedenti elezioni politiche e il loro successivo sostanziale fallimento. Mi spiego meglio: Fratelli d’Italia è l’unico partito che negli anni della precedente legislatura ha scelto di non allearsi mai con i 5 Stelle, in alcun tipo di coalizione governativa. Sono stati premiati non solo, ma anche per questo.

Nel 2018 gli italiani, stufi della propria classe politica, mandarono un segnale molto forte di cambiamento, che si identificò proprio nei 5 Stelle (32% sia alla Camera che al Senato, con voto ben ripartito in tutte le zone del paese, in tutte le fasce d’età e categorie professionali).

Ebbene, quattro anni dopo, con i ministri Toninelli, Bonafede, Azzolina, Dadone, Trenta, i viceministri Crimi, Di Stefano, Sibilia, l’abolizione della povertà, il sostegno ai gilet gialli, i banchi con le rotelle, ecc., la logica dell’uno vale uno ha mostrato tutta la sua povertà. Perfino chi è stato capo politico per molto tempo, Gigino il giovane, ha preso le distanze dal suo partito. Il crollo vertiginoso dei consensi ai 5 Stelle (mai in Italia un partito aveva perso così tanti voti nel giro di una sola tornata), è un dato politico estremamente significativo, sottovalutato nei commenti. E ciò, nonostante il parziale recupero finale, solo in alcune zone del paese ove, guarda caso, il ricorso al reddito di cittadinanza è molto ampio.

Così, senza tener conto dei pur importanti errori recenti di Letta, Calenda e company, che avrebbero potuto modificare solo in parte gli esiti del voto, buona parte degli italiani ha abbandonato l’antipolitica, ha preferito il ritorno alla politica e scelto colei che è stata più coerente negli ultimi anni. Tra l’altro, identificata come esterna ai palazzi del potere, provenendo da una parte politica storicamente in opposizione, sebbene la stessa Meloni sia già stata ministro e il suo partito sia nelle coalizioni di governo di diverse importanti regioni.

Volendo guardare in tempi lunghi, credo che, a prescindere dalla propria “parte” politica, occorra augurarsi che il nuovo governo sia almeno dignitoso. Altrimenti, il disamore dei cittadini verso i propri rappresentati politici sarà ancora più elevato e preoccupante (la costante riduzione degli elettori è un altro dato politico essenziale in Italia e stavolta vi è stato un calo di ben nove punti percentuali, uno tra i peggiori crolli di affluenza nell’Europa del dopoguerra).

Certo, se il primo provvedimento è l’aumento del tetto al contante, non mi pare proprio un bel segnale.

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