DOMANDA: INQUIETANO I FERRAGNEZ O I LORO MILIONI DI SEGUACI?

Anche a voler girare alla larga dai social e dai primattori che sui social raccolgono consensi o anche solo sbirciate, non c’è verso di rimanere fuori dalla mischia, il domino è tale che l’eco arriva comunque.

Chiara Ferragni e Fedez sono primattori indiscussi di questa galassia, hanno deciso da tempo di mettere in pubblico la propria vita privata, figli inclusi, più o meno teatrando, anche e soprattutto perché la messa in scena porta soldi a palate.

Ora l’ultima puntata, che sta mettendo sottosopra la galassia social. L’occasione è la festa per il compleanno di Fedez, l’oggetto un video nel quale il figlio Leone viene invitato dalla voce fuori campo della tata di famiglia a interrompere il disegno in corso, per fare un sorriso, a favore di telecamera si presume. Apriti cielo.

Il video sommerso di commenti negativi, poi subito eliminato dai social, chi li difende, chi li attacca, chi dice che non è nulla di che, chi dice che se non fosse nulla di che avrebbero dovuto lasciarlo in rete.

Questa la morale ai tempi della guerra, della pandemia e della crisi energetica.

Da profano assoluto dei social dico però che i peli si rizzano non tanto per le due superstar, che son quel che sono e fanno quel che possono e sanno fare, con la periodica buona azione o comparsata edificante a rinforzare il curriculum, vedi la risposta alla convocazione di Liliana Segre. I peli si rizzano per coloro che vivono sul loro stesso continente, i loro conferragnei, coloro che li seguono con assiduità e alzano o abbassano i pollici.

Sono milioni, pare, e io nemmeno mi inquieterei granché, se non fosse che una buona parte sono miei connazionali, presi e catturati da loro e dai loro colleghi molto più di qualsiasi altra questione vitale che riguardi il Paese.

Non sono i due imbellettati alla moda e griffati ovunque sia possibile, sono quelli che non possono fare a meno di loro a generare sconforto. Come sempre, di fronte alla pochezza e al vuoto, ancor più della pochezza e del vuoto sono i frequentatori assidui a lasciare senza speranza, frequentatori per scelta e arbitrio convinto.

La politica non appassiona più, la gente non va a votare perché disillusa, però evidentemente qualcosa a cui appassionarsi, a milioni, comunque c’è.

Tanto vale candidare loro, affluenza garantita.

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