DIOMEDE E LA PORNOSTAR UCCISA, COME PUO’ RIDURSI UN COMICO

Diomede non è una bestemmia, non è un modo elegante per gridare la propria rabbia al cielo, ma è una divinità greca, figlio di Tideo e Deipile (ma in materia, se proprio volete saperne di più, qui su @ltroPensiero abbiamo un professore in materia: Fabio Gatti. È meglio che vi rivolgiate a lui). Da quello che ne sappiamo e ne so, oltre ad aver ricoperto un ruolo centrale nell’Iliade di Omero, assume un ruolo importante come diffusore di civiltà.

Ora, ai tempi nostri, Diomede è un comico non comico, lui sì una bestemmia, e quel che più ci addolora è che diventa anche simbolo di una inciviltà crescente, sempre più travestita da satira e libertà di pensiero. Dallo schiaffo di Will Smith a Chris Rock siamo così alla pseudocomicità di questo sedicente comico, di nome Pietro Diomede, che prontamente è stato sospeso dalla programmazione di Zelig.

Diomede non è un comico, ma è volgarità ripugnante, che ha pensato bene di postare un tweet agghiacciante su Charlotte Angie, la ragazza uccisa e fatta a pezzi dal vicino di casa a Borno. «Che il cadavere di una pornostar fatto a pezzi venga riconosciuto dai tatuaggi e non dal diametro del buco del cu*o non gioca a favore della fama della vittima», questi gli illuminanti caratteri di quello che vuol essere considerato umorismo. Battuta.

Poche ore dopo aver scritto questa frase terribile, Diomede – convinto del suo sagace sarcasmo – ha fatto un ulteriore post per rispondere alle polemiche: «Il 12 Aprile sarò sul palco di Zelig Viale Monza 140, Milano, con un monologo devastante. Mi raccomando voglio tutti. Anche gli haters, vi divertirete».

Al giorno d’oggi, Diomede non è un comico, ma una bestemmia. Un diffusore di inciviltà.

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