DI COSA E’ CAPACE IL CALOROSO PUBBLICO

Tre cose. Tre immagini di questo fine settimana di football. Il palpeggiamento della giornalista toscana, i fischi a Sarri, gli applausi a Ranieri. Trattasi sempre di popolo, a volte bue a volte asino, comunque mondo calcio che continua a fare la vita propria come se nulla fosse.

Dunque una ragazza con jeans troppo aderente, così ha detto Lei mannaggia quasi a doversi giustificare, si ritrova a essere presa a palpate dinanzi a telecamere ormai riunite, scatta la ricerca del pirla, dopo ventiquattro ore è stato individuato, finirà di nuovo in tivvù dove chiederà perdono, scusa, tanto al prossimo jeans gli partirà l’ormone, lo stesso ormone che ogni volta che appare la Leotta a bordo campo provoca il coro, il mormorio, idem come sopra per quelle ragazze che sul ring espongono il cartellone con il numero del round, perché il pubblico della boxe è molto scemo e come diceva Artemio Altidori a Enea Guarnacci (Gasmann-Tognazzi ne “I Mostri” ) i cazzotti fanno male ma ogni tanto, aggiungo io, qualche gancio al volto o al fegato servirebbe a far intendere come debbano andare le cose, con o senza jeans.

Poi al Diego Armando Maradona stadio si sono sentiti i fischi e gli improperi all’omm’e mer.. Sarri, colpevole di avere accettato la corte della Juventus. Nessun ringraziamento per il passato, eppoi nel giorno dedicato al dio argentino è arrivata la vendetta, quattro gol a quel toscano fumante ormai trasformato in mozzicone. Breve nota a margine: una inviata del tiggì, in collegamento dallo stadio, il giorno precedente la partita contro la Lazio, illustrando l’inaugurazione della statua dedicata a Diego ha annunciato che alla cerimonia avrebbe partecipato anche il figlio del fuoriclasse, Diego Armando Maradona Gei Ar, pronunciato come avete letto, perché jr (junior per chi ha frequentato le scuole e non gli uffici Rai) ha sicuramente a che fare con uno dei personaggi di Dallas.

Dai fischi di Napoli, dinanzi ai quali Sarri non ha mosso un pelo della sua barbaccia, agli applausi e alla standing ovation per Claudio Ranieri che, presentandosi con il Watford davanti al pubblico del Leicester, ha ricevuto il riconoscimento e la riconoscenza dovute da chi non dimentica un passato di gloria. “Clode” come viene chiamato ormai da quelli del Testaccio, si è commosso, stringendo le labbra ha salutato il popolo che gli ha voluto bene e ancora gliene vuole. Dalla mano morta di Toscana alle maleparole di Campania, al tributo del Leicestershire, trattasi sempre del “meraviglioso pubblico” composto dai vicini di casa. Un bell’applauso. Ovviamente si replica.

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