DALLA PARTE DI MALDINI

Sulla SuperLega del calcio è già collocata una pietra tombale, almeno per qualche settimana, dato che le certezze del calcio e della sua gente sono granitiche come i biscotti wafer. Ma senza entrare di nuovo nel merito dei motivi che l’hanno fatta nascere e poi morire in culla, un’ultima parola si può spendere sui modi della clamorosa vicenda, sui modi e sugli stili delle persone.

Da una parte l’intrigo a base di segreti e di bugie, che necessariamente si muovono nell’ombra, dietro, alle spalle. Dall’altra parte però c’è anche Paolo Maldini, l’intramontabile uomo ragazzo, ora dirigente del Milan, nel quale ha giocato suo padre e ora gioca suo figlio, di fatto una squadra veramente sua, se non per pacchetti azionari, sicuramente per affetti e passioni.

Nel polverone bellico sollevato dalla SuperLega, Paolo si è sentito in dovere di dire due parole personali, anche a costo di passare per il due di bastoni del Milan, anche mettendo in conto la prevedibile rappresaglia: “Tengo a precisare di non essere stato minimamente coinvolto in questo progetto. L’ho saputo domenica sera dopo lo statement congiunto tra le varie squadre. Si è deciso a un livello più alto rispetto al mio dirigenziale. Nondimeno, sento di dovermi prendere la responsabilità di chiedere scusa ai tifosi, che in questa situazione possono essersi sentiti un pochino traditi. Poi è normale che nel 2021 un dirigente di calcio sappia che i ricavi e la sostenibilità sono importanti, ma bisogna chiedersi fino a dove possiamo spingerci… Certamente non cambiando i principi dello sport, che sono fatti di meritocrazia e sogni aperti a tutti”.

Punto e a capo. Certo non è il caso di farlo presidente della Repubblica solo per questo, certo ci sarà qualcuno che subito insinuerà come le sue parole siano un cinico siluro contro qualche nemico interno, ma siccome qualche volta è utile fermarsi all’evidenza, le parole restano, così come il modo fermo e dignitoso di prendere posizione. Maldini, senza essere santo ed eroe, conferma quanto si sospettava di lui: è una persona degna e rispettabile. Al giorno d’oggi, cose grosse.

La domanda: sarebbe uscito allo scoperto, avrebbe detto le stesse cose anche se la SuperLega fosse partita? La risposta ai dietrologi professionali dalla tastiera calda.

Ma nei fatti, veri e accertati, Maldini ci resta così, a modo suo. Un modo personale che sa di buono.

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