DALLA PARTE DEL BRIGADIERE ROCKSTAR

Nei secoli silenzioso. Così l’Arma del Carabinieri vorrebbe un suo brigadiere capo di 52 anni, in servizio a Sassari. Per la verità, a volerlo imbavagliare è una forza di polizia “concorrente”, la Guardia di Finanza, che da lui reclama 18mila euro, da versarsi al Ministero della Difesa in quanto frutto di un’attività alternativa e non autorizzata: la rockstar.

Il brigadiere, sia detto per la precisione, non è una rockstar per conto suo, lo è, diciamo, per traslato: alla testa di una band-tributo ai Queen, ha impersonato il defunto cantante Freddie Mercury (quando era vivo e vociante, si intende) in diverse piazze della Sardegna. Questa passione musicale, diventata un piccolo business condotto fuori servizio, gli avrebbe fruttato, tra il 2013 e il 2020, un introito appunto di 18mila euro. Soldi guadagnati con il sudore dell’ugola, per così dire, ma senza aver chiesto l’autorizzazione all’Arma. Denunciato dalla Finanza, Freddie The Brigadier è stato condannato dalla Corte dei Conti alla restituzione della somma, o meglio al versamento della medesima a favore dello Stato.

Dal punto di vista amministrativo e da quello della condotta militare, pare proprio che la sentenza non faccia una grinza. Eppure è difficile reprimere un moto di simpatia per il Mercury in alamari, capace di una doppia vita davvero singolare, ma non per questo necessariamente riprovevole. E invece c’è il sospetto che la musica sia finita proprio per una questione di immagine: forse ai vertici dell’Arma qualcuno fatica a conciliare l’idea di dignità associata alla divisa con l’esuberanza, perfino la trasgressione, del rock’n’roll. Avvertendo il rischio che il decoro dei Carabinieri finisse, come dire?, “Under pressure”, si è forse preferito imporre l’alt al brigadiere capo: “Don’t stop me now” ha protestato lui, ma non c’è stato nulla da fare.

A poco servirà ricordare che il Freddie di Sassari avrebbe potuto scegliere di farsi clone di protagonisti del rock ben peggiori, dal punto di vista dell’immagine: Marilyn Manson, per dirne uno, ma anche Ozzy Osbourne, l’addentatore di pipistrelli, ce lo vediamo poco a guidare una carica contro gli austriaci a Pastrengo. Questo, senza neppure considerare la nidiata dei trapper contemporanei: arrestarli di giorno e imitarli di notte sarebbe stata in effetti una contraddizione inaccettabile.

Il versamento dei 18mila euro, che il brigadiere sostiene essere frutto semplicemente di “rimborsi spese”, appare inevitabile e probabilmente anche giusto, se però l’Arma ritiene di aver subito un danno di immagine da Freddie The Brigadier ci permettiamo di smentirla. I Queen vantano oggi innumerevoli tentativi di imitazione, per dirla come la Settimana Enigmistica, molti modesti, alcuni eccellenti. Questi ultimi, infallibilmente riempiono i teatri di pubblico vociante e danzante, perché la musica del gruppo inglese, se sostenuta da un sosia di Mercury dotato di decente portata vocale, è ancora oggi viva ed esaltante. Non capita tutti i giorni a un brigadiere capo di ricevere una standing ovation: magari la meriterebbe per la dedizione e il coraggio nel tutelare la sicurezza di tutti, ma siccome siamo pur sempre sul pianeta Terra, lasciate che la raccolga intonando “We are the Champions”.

Ai Carabinieri poteva capitare ben di peggio, insomma, di un brigadiere cantante rock. E “We will rock you”, come nuovo motto dell’Arma, non suona affatto male.Pubblicità

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