DA BERRETTINI ALLA SICCITA’, LO SVALVOLAMENTO DEI NEGAZIONISTI ANONIMI

Se ne sparano talmente grosse sui social, senza filtro e ritegno, che uno è portato a pensare che quel mondo segua leggi tutte sue, se non fosse che a governarlo ci sono, o dovrebbero esserci, uomini e menti umane, sia pure spesso a mezzo servizio.

Sono generoso, non di rado più che un mezzo servizio è un part time orizzontale spinto all’estremo, nel quale il cervello è impiegato per una piccola frazione di tempo nell’arco dell’intera giornata, se va bene, e probabilmente va bene nella fase REM del sonno profondo, della quale purtroppo il mondo non ha percezione.

Il mondo si sorbisce invece i cervelli in vacanza da una vita tutto il resto della giornata e vorrei poter dire il mondo social, se non fosse che, affiliato o meno, le ripercussioni arrivano a chiunque, nessuno è al riparo dalle scemenze e dalla bassezze che da quel mondo scaturiscono, una volta connessi ormai la frittata è fatta.

Scemenze e bassezze ancora più libere e sfrontate perché l’identità degli artefici è spesso e volentieri celata, come si conviene a uomini part-time. Anonimato nuovo valore sociale. Tra le ultime perle emerse mi colpisce innanzitutto la volgare e assurda voce di dissenso nei confronti del tennista Berrettini e della sua coscienziosa decisione di sottoporsi al tampone prima del torneo di Wimbledon, pur non obbligato da alcuna norma del circuito.

“Idiota dell’anno”, “sei solo un coniglio”, “covidiozia, coglione”, “immagina non avere una linea di febbre e farti un tampone sapendo che se risulterà positivo ti scordi il torneo più importante al mondo e 2,5 milioni di euro. Immagina essere più cretini”, “vorrei elogiare il genio di Berrettini: si sentiva il raffreddore e ha rinunciato a un possibile approdo nei primi 4, magari un’altra finale di Wimbledon (in soldoni, tra 1 e 2 milioni) per la sua Covidiozia. E niente, si gode morendo dalle risate”, “covidiota dell’anno” e via navigando, queste alcune delle carezze pervenute.

Ho scritto perle non per nulla: se lo fai, lo fai bene, il proiettile deve scintillare appuntito.

È certo vero che questa è una minima parte, una minoranza che si commenta da sola, ma quello che mi preme sottolineare è che qui come altrove, qualunque altrove, la parte del leone la fanno i negazionisti, i negazionisti del Covid, ma in fondo i negazionisti di tutto e del contrario di tutto, come conviene.

A riprova della fonte decerebrata, spuntano ora i negazionisti della siccità. Il Po non sarebbe in secca, ci starebbero rifilando foto d’archivio, dove non arriva acqua ci sarebbe l’intenzione di rovinare i raccolti, l’ennesima truffa nei confronti dei cittadini.

Non sorprende che i negazionisti poi coincidano, perché il punto è negare.

In realtà, talvolta ho il sospetto che i negazionisti e i social che li ospitano seguano davvero leggi peculiari: persa la facoltà di pensiero e in definitiva probabilmente deumanizzati, finiscono per seguire le leggi della materia inorganica, le leggi della dinamica ad esempio. A stento le ricordo dai tempi del liceo, ma la sensazione è che calzino a pennello i negazionisti e l’uso che fanno dei social.

La prima: un corpo, che stia fermo o si muova, mantiene il proprio stato se non interviene una forza esterna. E infatti, per smuovere i negazionisti dalle loro posizioni, servirebbe una forza esterna, solo, di entità e potenza enormi, una rimozione forzata insomma.

La seconda: più grande la massa, più grande la resistenza che viene opposta, su per giù. Chi può negare, se non loro, per statuto, che la massa delle loro convinzioni sia smisurata, quasi irremovibile?

La terza, quella che leva ogni dubbio: a ogni azione corrisponde sempre una reazione contraria di uguale intensità. Fatti un tampone anticovid e magari pure un vaccino, sorbisciti sei mesi di siccità, vai sulla luna, metti il 5G, fatti il giro del mondo in 80 giorni: come la fai la sbagli. Ci sarà sempre la teoria negazionista confezionata su misura, contraria e di uguale intensità, che ti ricorda di stare con i piedi per terra.

Tanto meglio se piatti, i piedi e logicamente la terra.

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