COSI’ E’ PRECIPITATO L’ASCENSORE DI CASA MILAN

I cavi si sono sfilacciati e il sobbalzo improvviso è stato di un piano, poi due, poi tre, fin che il nucleo d’acciaio (o era fil di ferro?) si è spezzato e l’ascensore è precipitato a piano terra. Eppure l’impianto aveva solo tre anni, era stato cambiato completamente dopo un lustro di lamentele degli inquilini perché quello vecchio era lento, si bloccava ogni due per tre, si restava chiusi dentro. E allora tac, ascensore nuovo approvato dall’assemblea degli inquilini: non un ascensore di quelli lussuosi, con gli specchi e il divanetto, con le porte automatiche, i pomelli dorati, ma insomma un impianto moderno e funzionale che oltretutto ha vinto il premio del miglior ascensore del quartiere solo otto mesi fa.

L’incidente per fortuna è accaduto quando la cabina era vuota, tutti gli inquilini ad assistere attoniti. Un paio di sprovveduti si sono avvicinati troppo e si sono feriti, lievemente. Adesso sono tutti sotto accusa, com’è normale e giusto che sia. Anzitutto, l’azienda che ha realizzato il lavoro. Con quali criteri? Quali materiali? I cavi andavano rinforzati, è evidente. La manutenzione è stata  carente, molti pezzi di ricambio si sono rivelati obsoleti e non sono stati sostituiti, mentre nuove viti, bulloni, dadi non sono serviti a nulla, non hanno fissato niente, arrugginendosi in breve tempo.

Poi la nuova proprietà dello stabile che nessuno conosce, nessuno sa da chi sia composta: sì, una volta il padrone si è visto per una visita in cortile, sorrisi e pacche sulle spalle, discorsetto all’amministratore, al portiere e ai residenti, poi via e chi l’ha visto più. Eppure hanno acquistato lo stabile appena vinto il premio.

Dopo di che, appunto, l’amministratore. Tutti ad applaudirlo, otto mesi fa, per il premio di quartiere e il lavoro svolto. Adesso la gogna, i giornali che lo massacrano non limitandosi a raccontare quello che è accaduto, ma a spifferare di topi in cantina, perdite d’acqua sparse, crepe nei muri, tegole marce, fughe di gas. Sembra che quel condominio d’un tratto sia diventato una catapecchia.

Il geometra sotto accusa, ovviamente. Non è intervenuto dopo il primo sobbalzo, dopo la perdita di un piano, due tre, non ha provato a rallentare la caduta oliando i freni, sostituendo i cavi, consigliare a tutti di usare le scale, controllare e imporre la sostituzione dei componenti, alcuni dei quali in gennaio erano in offerta speciale.

Molti indicano il colpevole nel portinaio (potremmo dire il portiere) al quale tutti urlavano in faccia che c’erano strani scricchiolii, strani rumori, che si scendeva e si saliva a sobbalzi, fino a quello fatale. “Lo sapevo”, “Io lo avevo detto”, “Nessuna sorpresa”, del resto gli inquilini usano l’ascensore ogni giorno. Chi meglio di loro è pratico di bottoni, porte, cavi, bulloni? Non serve: basta sentire i cigolii, gli scossoni, i rumori sinistri per capire che qualcosa sta cedendo. Alla faccia, anche, dei giornalisti esperti di materia, di settore, fermi lì ad ammirare, descrivere e raccontare un bello stabile con un ascensore nuovo.

Circola un sospetto, però, in queste ultime ore. E che siano stati proprio gli operai addetti ai lavori a sabotare l’impianto? Sai com’è: premio di produzione, premio per l’ascensore più bello, appagamento, trascuratezza nella manutenzione… In casi come questi, analizzando prima di fare le indagini, chiunque ha ragione e chiunque ha torto in attesa di assegnare a ciascuno le proprie responsabilità.

E adesso? Adesso siamo in piena settimana, giorni feriali, si può al massimo sistemare un cavo, sostituire un gancio, cambiare i pulsanti, ma bisognerà aspettare il weekend per sostituire l’ascensore, casomai. Il problema è che quel weekend sarà a giugno, a fine stagione…

Nel frattempo, in campionato e in Champions, bisognerà per forza usare le scale.

Da Casa Milan è tutto, per il momento.

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