E’ a lui che i bergamaschi hanno consegnato le chiavi della città, accontentandolo in tutto e per tutto, ovviamente in cambio del valore che più di ogni altra cosa scuote le coscienze da queste parti, non solo da queste parti, ma soprattutto da queste parti: denaro, tanto denaro. Denaro per i gestori dell’aeroporto, riuniti tra pubblico e privato nella società Sacbo (strada facendo maggioranza alla milanese SEA), denaro per l’indotto diffuso, che ovviamente va dai parcheggi ai servizi aeroportuali, fino agli alberghi, ai bar e ai ristoranti. Non un affare da poco: nel giro di vent’anni, la timida cittadina di provincia si è vista rivoltata come un calzino, passando da terra di banche, di industrie, di piccole imprese e di muratori a frequentatissima meta del turismo di massa, con quel che significa, con quel che segue. Cosa produce, tutto questo? Diciamo una Bergamo irriconoscibile: i ritmi e le atmosfere di quieta provincia sono dissolti nell’etere e nella storia, ormai domina il ruggente assalto delle comitive straniere, sputate fuori dai charter e dai voli a basso costo impiantati senza risparmio di energie da mister Ryanair (nella foto) e dai suoi amici della Sacbo.
Dicono più i numeri delle chiacchiere: dopo i primissimi anni di ambientamento, dal 2009 al 2023 – secondo i dati forniti da Assaeroporti al Corriere – i passeggeri di Orio sono più che raddoppiati, passando da 7 a circa 16 milioni all’anno. Si calcola che 81 viaggiatori su 100 transitati nel terminal orobico abbiano volato Ryanair. Una corsa folle, senza armonia, senza quel senso del limite predicato da papa Francesco. Un boom atomico, un delirio da perderci la testa. E difatti. La stessa opinione pubblica segue ormai entusiasta l’aggiornamento dei nuovi record – enfaticamente pubblicati dalla stampa locale – come e quanto segue le necrologie e i risultati dell’Atalanta. L’orgoglio cresce di anno in anno, hai visto, siamo a 14 milioni, hai letto, quest’anno 15, siamo fortissimi, con i 16 siamo ormai il terzo aeroporto italiano, dopo Fiumicino e Malpensa. Orgoglio mega.
Quanto costi questo magnifico gioco, questo strano casinò in cui sembra vincano tutti, sempre, comunque, se lo chiedono in pochi, i pochi marginali di certi comitati e di certi movimenti politici che non seguono il branco teleguidato dalla propaganda, ma soprattutto quelli che vivono sempre più stressati sotto il fragoroso viavai dell’aeroporto (uno degli ultimi al mondo davvero cittadini, cioè a cinque minuti dal centro). Nessuno è contro l’aeroporto in quanto tale: il problema è come e quanto è cresciuto, questo aeroporto.
Il grande bancomat di Orio impone pesanti effetti collaterali, inutile nasconderlo: gli scarichi degli aerei che atterrano e decollano a ritmo forsennato, decibel assordanti sopra i quartieri, ci-o-due a tutta, completo stravolgimento del tessuto sociale, soprattutto nella meravigliosa Citta’ Alta patrimonio Unesco. Proprio qui, dentro l’avita cinta muraria, nessun indigeno riesce più a risiedere, perchè la moda del B&B e dell’affitto breve ha di fatto espropriato le abitazioni riciclandole rapidamente in esercizi ricettivi, sempre per la gioia e la soddisfazione di tutti quanti, tutti presi a contare i bigliettoni, senza chiedersi quale razza di borgo sia diventato questo, ormai. Senza parlare di come sia finita la buona e genuina ristorazione di un tempo, sostituita altrettanto rapidamente dalla vorace conduzione a trazione turistica, qui come in tutto il mondo portata a considerare il viandante non tanto come un amabile ospite, ma come una simpatica preda da spennare.
E comunque, arrivando all’ultimo capitolo. Questa alchimia che da vent’anni macina profitti, improvvisamente segnala una mezza avaria. Come se un sasso fosse entrato nel rodato marchingegno, provocando i primi rumori sinistri. Bisogna sapere che il grande affare si regge su un accordo basilare: Orio versa contributi a mister Ryanair per portare aerei e aprire sempre nuove rotte, mister Ryanair contraccambia – come s’è visto – senza farsi pregare, diventando di fatto padrone in casa d’altri. Qualche volta, mettendo pure i piedi sul tavolo. Negli ultimi quindici anni – sempre fonte Corriere – la società di gestione ha versato 473 milioni in incentivi alle diverse società di aviolinee che transitano a Orio. Oltre 350 milioni sono andati a Ryanair. Non proprio un obolo.
E siamo a quella che lo slang del momento definisce criticità: in questo periodo si tratta per un nuovo accordo, e le due parti cominciano a tirare sul prezzo. Ora che Bergamo, a forza di fare l’ingorda, incapace di darsi un limite, di crescere con calma, ora che si sta avvicinando alla saturazione – in attesa comunque di una futura espansione già programmata, chissà dove, chissà come, magari sui tetti delle case – ora la società di gestione sta tentando di abbassare gli incentivi a Ryanair.
Neanche il caso di dirlo: mister Michael O’Leary, che nella vita magari deve imparare tutto, non come si fanno i soldi, al solo sentire certi discorsi già sbrocca. Abbastanza comprensibile, dopo tutto: ma come, cosa vuole questa Bergamo, l’ho coperta di soldi e improvvisamente mi si rivolta contro? Cos’è, si sono tutti montati la testa, da queste parti? Da quando non si fa come dico io?
Senza farsi pregare, intanto manda i primi segnali. Neanche tanto oscuri, per chi li sappia leggere. Nell’imminente stagione invernale, da fine ottobre a marzo 2025, subito via 4 dei 24 Boeing con base a Orio. Quanto alle rotte, da 91 a 86, con una perdita di posti del 5%. Mamma, mi si sono rotte le rotte.
Gelo in sala. Nessuno parla apertamente di queste faccende, in città, peraltro secondo un costume secolare: si traffica sempre negli studi legali, la gente meglio non sappia proprio tutto. E comunque ormai la città non ha più voce in capitolo, le volano sopra la testa, non solo con gli aerei. Dichiarazione pubblica, invece, di mister Ryanair, a conferma che a lui la lingua non è mai mancata: cercando di prendere tempo e calmare le acque, al Corriere spiega che «stiamo parlando con il team di Sacbo su un nuovo accordo per la crescita del traffico fino al 2034, speriamo di trovare l’intesa l’anno prossimo, quando avremo più aerei e più possibilità di sviluppo».
Cioè: queste sono recite ben note in tutte le trattative, ognuno con la sua maschera e la sua strategia. Ma alla fine l’accordo per altri dieci anni ci sarà, figurarsi. Conviene a tutti. Per tutti si intende sempre gli stessi: gestori dell’aeroporto e mister Ryanair. Quanto a Bergamo, niente di nuovo, il destino è segnato, con le sue stesse mani. Bergamo sa già cosa l’aspetta anche nei prossimi dieci anni, come negli ultimi venti: sempre più rumore, sempre più smog, sempre più caos, sempre più soldi. Senza mai chiedersi quanto ne valga la pena.
sono solo d’accordo su tutto. Si dovrebbe risolvere il conflitto di interessi che Il Comune di Bergamo vive attualmente uscendo dalle partecipazioni azionarie e iniziare così una manovra a favore della salute pubblica di questa inquinata città.
Grazie a Mister Raynair ho dovuto cambiare CASA !!!
Completamente d’accordo. Anni e anni di sviluppo incontrollato, hanno portato ad una situazione talmente satura che solo i ciechi non la vedono.
Esempio: i parcheggi di Orio (vedasi Google Maps) coprono un’area maggiore di quelle dei centri di Azzano San Paolo e Orio al Serio messi assieme.
E parliamo di auto elettriche, stufe a 5 stelle….
Ma esistono le opere di mitigazione pagate da Sacbo: tutti chiusi in casa con i doppi vetri e l’aria condizionata, magari davanti alla tv o meglio ancora facendo shopping con l’E-commerce e mangiando junkfood che ci ha portato un ragazzo colorato con la bici. In città alta non vado, troppo casino, troppi stranieri e in giro c’è troppa brutta gente, non mi sento sicuro. Almeno l’Atalanta ha vinto. Ho finito gli ansiolitici… mi farò una birra o forse due, o tre…
io preferisco la Bergamo attuale rispetto a quella con il centri deserto dalle 21,30.
Vuoi criticare: ok, tuo diritto. Scrivi ALMENO correttamente il nome dell’ aerolinea
Chiedo scusa per il refuso. Tu però scrivi ALMENO correttamente centro, non centri.
Un piccolo bonus 350 milioni di euro incassati da Ryanair se divisi per gli abitanti di Bergamo e provincia a quanto ammonterebbe la quota pro capite…
Mi spiace ma la mia idea è diversa. Da quanti anni c’è l’aeroporto a Orio al Serio? Tutte quelle case nuove lì intorno non lo sapevano che c’era l’aeroporto? Se ancora ce ne sono gli unici che potrebbero parlare sono quelli (credo ormai defunti) che vivono lì da prima dell’aeroporto. Ho visto nel tempo espandersi sì l’aeroporto, ma anche le abitazioni. Se avete dovuto vendere casa perché c’è l’aeroporto mi spiace per voi ma l’aeroporto c’era già prima e sapevate dove sareste andati ad abitare. Non sono né a favore né contro l’aeroporto, ma mi dà fastidio l’ipocrisia e il paraculismo..
Un piccolo bonus 350 milioni di euro incassati da Ryanair se divisi per gli abitanti di Bergamo e provincia a quanto ammonterebbe la quota pro capite…