COSA PRETENDONO DAL PAPA CERTI RABBINI

di DON ALBERTO CARRARA – È scoppiata la polemica fra alcuni rabbini ebrei e Papa Francesco. I rabbini hanno scritto al cardinale Kurt Koch, chiedendo chiarificazioni su talune affermazioni del Papa durante l’udienza generale dell’11 agosto scorso : una polemica a scoppio ritardato, si potrebbe dire.

In quell’occasione Papa Francesco aveva «giocato» attorno a due concetti portanti che si trovano nella lettera ai Galati di Paolo: l’Alleanza e la Legge. Dio fa alleanza con Israele attraverso la figura chiave di Abramo. All’Alleanza con Abramo fa seguito il dono della Torah, della Legge, che trova la sua espressione più alta nei dieci comandamenti. La Legge, fa notare Paolo, giunge però solo 430 anni dopo, con Mosè. Essa, commenta Papa Francesco, «non è parte costituiva dell’Alleanza». Paolo non è affatto contrario alla Torah, tanto che «più volte, nelle sue Lettere, ne difende l’origine divina e sostiene che essa possiede un ruolo ben preciso nella storia della salvezza». Ma la Legge non dà la vita, non offre il compimento della promessa, perché non è nella condizione di poterla realizzare. Paolo usa una parola molto importante, la legge è il “pedagogo” verso Cristo, il pedagogo verso la fede in Cristo, cioè il maestro che ti porta per mano all’incontro. In altre parole l’Alleanza che Dio ha stretto con Abramo si realizza in Gesù. La Legge è solo una via, un «pedagogo», appunto, per arrivarci.

Niente di nuovo sotto il sole, si è tentati di dire. Le affermazioni di Papa Francesco appartengono alla più pura tradizione cristiana. E tutto si rifà a San Paolo, alla lettera ai Galati, e a diverse altre lettere paoline. È in gioco, infatti, quella che lo stesso Papa Francesco chiama l’identità cristiana. Si è cristiani perché si dice che l’Alleanza «prevale» sulla Legge e il Cristo è la realizzazione piena dell’Alleanza. O si dice questo o non si è più cristiani.

Va notato, tra l’altro, che la lettera della polemica non viene dai vertici del rabbinato ebraico, ma da «alcuni rabbini». Nel mondo ebraico esistono posizioni reazionarie, pregiudizialmente polemiche verso il cristianesimo. Posizione che è specularmente uguale e contraria a quella di alcuni cristiani pregiudizialmente polemici verso l’ebraismo. Può darsi che la lettera sia un ulteriore capitolo di questo inveterato scontro.

A meno che la lettera abbia voluto soltanto mettere in luce il rischio che la gerarchia tra Alleanza e Legge affermata da Papa Francesco, possa portare a un disprezzo di chi vive sotto la Legge, cioè gli ebrei. Il rischio esiste e la storia è lì a dimostrarlo. Ma il rischio del disprezzo non deve impedire di affermare la verità da parte di coloro che non vivono sotto il dominio della Legge, cioè i cristiani.

E non si non può chiedere al Papa di rinunciare a essere cristiano, solo per evitare che i cristiani poco illuminati possano disprezzare gli ebrei.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *