COSA NON QUADRA NELLO SCIOPERO DELLA CLASSE INTERA CONTRO IL BULLO (DI 8 ANNI)

Un bel rebus a Jesi, alla scuola Collodi. Un rebus dal quale mancano alcune lettere e immagini e che non è facile risolvere, ma da spettatore qualche considerazione si può esprimere.

Ci viene raccontato che una classe intera è in balìa di un bullo incontenibile, violento con le cose e con le persone, irrispettoso e pericoloso, a causa del quale è impossibile il sereno e naturale svolgimento delle lezioni.

Compagni e famiglie sotto scacco da ben due anni, pare, così come pare che ora siano giunti al limite della sopportazione. Dopo che scuola e famiglia hanno chiamato in causa assistenti sociali, varie “figure professionali”, pure la questura, nulla è cambiato, e allora le famiglie decidono per lo sciopero dell’istruzione: due giorni tutti a casa e il bullo a scuola da solo.

La preside subito insorge e critica in modo aspro la decisione dei genitori, ritenendola smodata e inconcludente, “esagerata e inopportuna”, oltre a minimizzare alcun i episodi, dal dente rotto ai banchi che volano, al pugno sul naso e vandalismi vari, che invece le famiglie riportano sotto altra luce e gravità.

La preside non nega il problema, ma minimizza e sostiene che la soluzione risieda altrove.

La preside getta acqua sul fuoco, i genitori benzina, la famiglia del bullo al momento risulta non pervenuta.

E vengo al dunque, o quasi. Il bullo in questione ha 8 anni e stiamo parlando di una scuola elementare. Il diritto dei compagni a lezioni sicure e serene è sacrosanto, e ci mancherebbe, ma da qui, seduto sugli spalti, al terzo anello per giunta, punto la preside e la scuola tutta e mi chiedo: per quanto iperattivo, violento, ingovernabile, possibile che un bambino di otto anni tenga in pugno una classe intera? E da due anni?

Quando la preside dice di non aver la bacchetta magica e di aver finora fatto tutto il possibile, mi permetto di credere alla prima, ma di esprimere seri dubbi sulla seconda affermazione. Tra bisogni speciali, percorsi alternativi, integrazione graduale e altre diavolerie che certo lei conosce molto bene, è difficile credere che davvero tutto il possibile sia stato fatto.

Non sappiamo granché, pochi dettagli, poco di quello che servirebbe veramente per esprimere un’opinione più netta, sarebbe bello, è un po’ la terra di fantasilandia ammetto, pensare che i genitori del bulletto siano in qualche modo aiutati e sostenuti dalla altre famiglie, ma nemmeno sappiamo se e quanta consapevolezza vi sia della questione e della gravità che sta assumendo da parte loro.

La sensazione che magari proprio tutto quello che si poteva fare non sia stato fatto rimane, oltre allo sbigottimento e l’incredulità nell’apprendere di questa minicanaglia che terrorizza una classe intera senza freni.

E comunque dico, signora preside, c’è sempre l’esercito in caso di estrema necessità.

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