COSA CI FA L’INTELLIGENZA DI GEPPI E BENIGNI A SANREMO

Siamo alla fine, tra record stabiliti e successi da annunciare. Difficile dire chi la spunterà, per quanto mi riguarda e per quanto può valere il mio parere voto Giorgia per la canzone e l’interpretazione, Jonh Thiele per la suggestione Anni Sessanta, i Coma_Cose per il tormentone intelligente che ci invita a vivere senza aspettarci segnali di consenso che lasciano il tempo che trovano. E poi c’è il maranza più passionale, Olly, che arriva, ma sempre per un gusto personale dovrei ascoltarlo bendato. Poi c’è la vera novità, Lucio Corsi lanciato da Carlo Verdone nella terza serie di Vita da Carlo. È il più diverso e originale di tutti, che sussurra il suo grido «Quanto è duro il mondo. Per quelli normali». C’è anche un mistero: Willie Peyote, che canta una canzone che potrebbe essere di Daniele Silvestri. Non se ne sentiva la mancanza, ma lui è onnipresente: una rubrica quotidiana su “La Stampa”, interviste in ogni dove, con la simpatia di un Macario e manco fosse Gipo Farassino.

Per fortuna c’è lei, Geppi, la vera vincitrice di questo festival di Sanremo. Non è di destra, non è una super sventola modello Elodie, Rose Villain o Clara, ma per la sua testa, la sua acuta intelligenza diventa sublime in tutto. Splendida splendente potrebbe cantare la Rettore, lei illumina l’Ariston con la solo imposizione della sua testa: un florilegio di parole acute e taglienti, chirurgiche e sarcastiche. Fulminea. «Quale persona che ambisca a dare del tu all’ironia vorrebbe salire su questo palco dopo Roberto Benigni? Grazie. Grazie, Graziella e grazie al Carlo». La sua ironia va veloce: «Dimmelo subito se c’è un bambino prodigio anche stasera, uno che ci fa sentire tutti scemi di nuovo. Il figlio di Musk faceva judo?». È un fiume in piena, un torrente che rilascia acqua pura acqua chiara. C’è anche la stoccata raffinata: «Per preservare il politicamente corretto gli artisti dei duetti saranno indicati come Cantante 1 e Cantante 2».

Gepy si diverte con leggerezza assoluta e riempie il palco e gli occhi: è divina. Sul regolamento del Festival: «È ricavato dal calcolo Inps per la pensione di un ventenne» e «sala stampa, televoto e giuria delle radio si guardano in cagnesco come governo e Csm», mentre «i voti del Molise valgono il triplo e l’esito finale lo avremo tra due settimane via fax». Ma tanto è tutto inutile: «Il vincitore è Fausto Leali perché il Festival è truccato!». Non ha sosta e non accenna a rallentare. «Sono qui a co-condurre e si ignorano i motivi del gesto». Ma forse la battuta più illuminata ce l’ha regalata in conferenza stampa. «Un bacio a Giorgia Meloni? Sì, lo mando con il braccio di Elodie», visto che la cantante aveva detto qualche giorno prima che si sarebbe tagliata volentieri un arto anziché prendere in considerazione l’eventualità di votarla.

Siamo alla fine, se Dio vuole. Dopo una scorpacciata di musica e duetti, di ospitate star, conduttori e fuoriclasse del calibro di Roberto Benigni, che non può certamente essere tacciato di sovranismo e schierantismo verso sora Giorgia. Lui arriva e dispensa battute. «Sei bravissimo — dice rivolto a Carlo Conti —, se mettete ora su Rai2 c’è lui in diretta, è capace di fare due programmi contemporaneamente. Tutti parlano solo del Festival. Carlo, hai paralizzato l’Italia: tu dovresti fare il ministro dei Trasporti». E ancora: «Hai chiamato tutti: dalla Clerici a Gerry Scotti da Mediaset. Tu sì che hai fatto il campo largo». «Ho incontrato Marcella Bella e l’ho salutata con un Bella ciao, è successo un casino! Per par condicio ho dovuto salutare anche i Neri per caso».

È un crescendo. Musk e la premier Meloni: «Sono innamorati, sono capaci di sposarsi, andranno a fare il viaggio di nozze su Marte». Ancora su Musk: «È potente, ricchissimo, vuole conquistare l’Italia, sta preparando la marcia su Roma al grido di o Roma o Marte». Non dimentica Trump: «Vuole tutta la Liguria, dopo la Groenlandia, come 53° stato degli Usa». E poi finale con il botto. «Noi italiani abbiamo qualche difetto, come quello di salire sul carro del vincitore. Ora ha vinto la destra: avete visto quante persone dichiaratamente di sinistra si sono buttate a destra? A noi di Fratelli d’Italia, a me e a Ignazio, questa cosa non piace per niente». Standing ovation.

Televoto da casa, da sala stampa e dalle radio. Io sfinito sento dentro di me che non è rimasto un gran che. Non c’è una canzone che mi abbia toccato il cuore, e credetemi, era da anni che non mi succedeva: anche questo è un Festival da record. Prendo il cellulare, vado su Spotify, seleziono “San Luca” di Cremonini e Carboni: magia.Pubblicità

Un pensiero su “COSA CI FA L’INTELLIGENZA DI GEPPI E BENIGNI A SANREMO

  1. Angelo Giacomino dice:

    Stagi basta con sta Giorgia e’ da giugno che dicono che vince il festival per me la canzone piu bella e’ una delle giovani promesse e si intitola Rockstar

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