Ci risiamo e chiedo scusa per la miliardesima citazione al “chiagne e fotte” che non dovrebbe più entrare nel copione melodrammatico di una città meravigliosa. Ma tant’è, Maradona e Troisi, Pino Daniele e san Gennaro, San Paolo no, quello è stato spodestato da Diego Armando, Napolì con l’accento sulla i è un teatro esclusivo che offre quadri tragici e, un minuto dopo, gag irresistibili.
Si è manifestato Saviano e potrebbe anche mettere giù una riedizione del suo best seller con la correzione lieve del titolo GOLMORRA, si alternano filosofi e attori, rapper e melodici, in coda da trentatré anni che nemmeno la Salerno-Reggio Calabria, la festa è un’orgia che durerà eternamente, l’inno ideale dovrebbe essere “Nessun dorma”, infatti accade di tutto, compresi morti e feriti, pistolettate e aggressioni, il liberatutti ‘na sera e maggio, e si replicherà durante l’estate e verrà l’autunno e ci saranno mortaretti e proclami e nuove accuse ai nordisti che vogliono rubbbare o’ scudett’e.
Benedetto Croce lo aveva capito: Napoli è un paradiso abitato dai diavoli.