COSA AVRA’ DONZELLI DA RIDERE

Ho cercato ovunque, ma ho raccolto solo fallimenti: proprio non mi è riuscito di trovare un’immagine dell’onorevole Donzelli serio. Ovunque l’abbiano ripreso, in foto o in video, per strada o in tivù, appare sempre e comunque ridanciano. Invidiabile, peraltro. Tuttavia negli ultimi giorni a me è venuto spontaneo superare l’invidia e chiedermi dove trovi tutti questi motivi per ridere. Uno ha la bella idea di rivelare al Parlamento, in stile mercato del pesce, i contenuti di intercettazioni segrete sull’ergastolano anarchico che pomicia con i mafiosi peggiori, una cosa molto molto molto seria, inevitabilmente finisce al centro di un tifone politico, con tanto di complicazioni avvelenate per la sua premiera Meloni, uno cioè la fa fuori dal vaso nel modo più infantile e imperdonabile, vincendo per tre anni di fila il premio Impiastro d’oro, eppure continua a ridere.

Diremo: beato lui che è sempre di buon umore. Averlo, un carattere così. Da qui, l’invidia. Io però sto cominciando a chiedermi se sia la serenità imperturbabile del giusto, secondo impareggiabile filosofia stoica, oppure se non sia invece la postura del giulivo a tutti i costi, del felicione come maschera, tipo paresi facciale alla Berlusconi, ormai incastrato nella posa a 74 denti, senza possibilità di sciogliere il blocco.

Nel mentre, mentre cioè cercavo di stabilire a quale genere di sorriso appartenga quello di Donzelli, mi è venuta l’idea più verosimile: ha scoperto il segreto della felicità. In definitiva Donzelli è un tipo che a 47 anni, senza aver mai evidenziato requisiti iperbolici, si ritrova improvvisamente ai vertici più alti dello Stato, braccio destro e confidente insostituibile della Meloni (che difatti in questi giorni di disastro sta zitta, proprio lei che ha da insegnare su tutto), nonchè vicepresidente del Copasir, non proprio una municipalizzata della raccolta rifiuti, ma Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica. Appunto, mi dico, come fa un tizio baciato in questo modo dal destino a non essere felice dalla mattina alla sera, a ciclo continuo, strabuzzando gli occhi per l’incredulità e la meraviglia. Certo che continua a ridere, sempre, ovunque, persino nel mezzo del cataclisma: quando mai gli ricapita di vincere il primo premio della lotteria a questo modo.

Poi certo, vedere Donzelli a quei livelli dovrebbe far piegare in due dal ridere anche noi, come davanti ai candidati per la segreteria Pd. Ma dopo tutto sarebbe un ridere per non piangere. La commedia italiana sa essere molto amara.

2 pensieri su “COSA AVRA’ DONZELLI DA RIDERE

  1. Cristina Dongiovanni dice:

    Alla fine si è saputo che le informazioni non erano segrete, sembra. Alla fine si è saputo che Cospito ha potuto parlare con dei mafiosi perché l’ora d’aria quelli al 41 bis se la fanno insieme. Mi chiedo dove siano finite le accuse ai parlamentari, un fatto molto meno rilevante legalmente e istituzionalmente certo, ma comunque inaccettabile. Per quello il ridente furetto non deve chiedere scusa? Non capisco. Per quanto riguarda il ruolo vinto alla pesca, che dire, evidentemente ha delle qualità che noi non possiamo neppure immaginare. La fortuna, la lingua lunga che non serve solo a sbraitare come una scimmia urlante per esempio. Da parte mia sento di essere in una botte di ferro comunque, con uno così la Repubblica è salva sempre.

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