Ovvia la memoria del suo “agghiaggianteee!”, con la pronuncia tipica dei salentini. Antonio Conte da Lecce è il nuovo allenatore del Napoli dopo essere stato l’allenatore dell’Inter. Lo scrivo per i deboli di memoria, cioè di quella ciurma che lo aveva accusato di essere drogato, ai tempi della vicenda doping-Guariniello, scommettitore (Siena, squalifica) e membro di un club e di una squadra dediti alle ruberie (Juventus).
Accade che proprio i piemme interisti e napoletani abbiano messo da parte accuse, condanne, ghigliottine, insulti, offese, Conte è uno di loro, anzi è l’uno desiderato, inseguito, infine acchiappato e scurdammoce ‘o passato.
Idem come sopra per il nuovo presidente dell’Inter, Giuseppe Marotta facente parte della Juventus ladra e, al tempo, portavoce degli scudetti vinti sul campo e dell’inaffidabilità della società Inter, secondo parole sue registrate, filmate, archiviate.
Capita anche che il succitato Conte si porti a Napoli Gabriele Oriali, pure lui al tempo coinvolto in storie acide di falsificazioni, grande rivale interista, non soltanto in campo ma nelle dichiarazioni pubbliche, dello stesso salentino juventino.
E’ la farsa della nostra vita, marionette pronte a dimenticare o a smentire se stesse, alla ricerca del denaro smarrito, pronte a giurare fedeltà e attaccamento all’ultimo datore di lavoro, disponibili a correre sotto la curva, a battere la mano sul petto davanti al loro meraviglioso pubblico e a intonare “chi non salta ….”. Teneteveli.