COME VIVE (NON TANTO BENE) L’ITALIA CHE FA SEI O SETTE FIGLI

Non buttiamola in politica, per favore. E neanche in nostalgia o storiografia da quattro soldi. C’erano una volta le famiglie numerose, questo lo sappiamo. C’entrava di certo la natura eminentemente contadina della società italiana, e anche l’attaccamento alla tradizione cattolica così come, in parte e per un certo periodo, il fascismo che premiava le mamme fertili e tassava gli scapoli. Ma soprattutto c’entrava il fatto che c’erano coppie che volevano tanti figli e altre che ne volevano meno o non ne volevano affatto: la culla (allusione non casuale) in cui vengono prese queste decisioni si chiama sfera privata e non c’è sociologo impiccione al punto da poter trasformare in statistica ciò che risiede soltanto nella mente e nel cuore degli individui o, in questo caso, delle coppie.

Tanto è vero che le famiglie numerose esistono ancora, anche se il panorama culturale, economico e politico è cambiato, nonostante certe proposte di incentivazione familiare sembrino evocare un passato di autarchia nella produzione dei bebè.

Non buttiamola in politica, dunque, e neanche in nostalgia. L’esistenza di famiglie con sei o sette figli è fatto che, semmai, va considerato con stupore. Pensiamo alle bollette che ci assediano, all’inflazione che erode i guadagni, alla spesa che sale, alle tasse che, nonostante le promesse vicine lontane, non scendono, e viene da chiedersi come sia possibile tirare avanti con tante bocche da sfamare, per ricorrere a un’espressione ottocentesca ma sempre efficace. Stupore, sorpresa e perfino dubbio, se vogliamo, ma certamente anche rispetto. Purtroppo, invece, viviamo in un villaggio globale in cui il pettegolezzo è sempre in circolazione e il giudizio disinformato più svelto della Colt di Tex Willer. Ecco perché quando leggiamo di famiglie numerose la somma dei figli non porta necessariamente allo stesso risultato.

Il “Corriere della Sera” ha raccontato di recente le storie di due famiglie: quella genovese di Anna e Claudio, sei figli – tutti maschi – a carico, e quella di Giovanna, mamma single a Milano con sette ragazzini da tirare grandi. Due storie simili che tuttavia hanno suscitato reazioni opposte.

Anna e Claudio sono diventati influencer raccontando online come si fa a campare con tanti figli intorno, come si deve organizzare una giornata perché, la sera, nessuno di loro manchi all’appello e come si possa spendere, per cenare in otto, meno di 20 euro. Avventure tra supermercato, negozi di abbigliamento e cartoleria che hanno portato loro circa 120mila follower. “Siamo influencer positivi – spiegano -, cerchiamo di raccontare su Instagram la nostra quotidianità e la gestione familiare. Mostriamo che tutto è possibile: per esempio fotografando la nostra cena e, in parallelo, gli scontrini della spesa”. A messaggio positivo corrisponde reazione positiva: Anna e Claudio sono popolari sui social e vengono guardati con simpatia.

A Giovanna, single con un figlio in più, non è toccata la stessa fortuna. Ha fatto notare che vivere in otto in una casa Aler di 80 metri quadri non è la situazione ideale e che di conseguenza vorrebbe disporre di un alloggio più grande. Al momento, di appartamenti spaziosi non sembra esserci disponibilità: di insulti, ironie e giudizi sprezzanti invece ne sono arrivati a strafottere. Certo ognuno è libero di formarsi un’opinione e anche di esprimerla, tuttavia che nei confronti di Giovanna si arrivi in sostanza a invocare l’applicazione di tecniche eugenetiche sembra un tantino eccessivo.

Siamo alle solite, ognuno vuole portare il suo contributo a una società migliore purché la società medesima gli assomigli in tutto e per tutto e nessuno faccia scelte che non riesce a comprendere e che in fondo neppure vuole comprendere. C’è da sperare che chi non ha voluto risparmiare a Giovanna il suo disprezzo per coerenza si astenga dal produrre a sua volta una famiglia di ampie dimensioni. Seguissero le orme dei genitori sul web, i figli andrebbero a ingrossare le fila degli haters. Una famiglia, questa, già abbastanza numerosa.

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