COME SCONVOLGERE LA VITA DEGLI ALTRI ANCHE SENZA INTERNET

Uno degli ultimi articoli scritti, quello del libro con la dedica scovato sulla bancarella, con i pensieri susseguenti relativi agli strani giochi del destino, mi ha riportato alla memoria un episodio di tanti anni fa, rimosso certamente per proteggermi da un senso di vergogna.

Avevo 17 anni e poca chiarezza sul mio futuro. Desideravo diventare un artista, pur sprovvisto di qualsiasi talento tecnico. Non sapevo disegnare, né dipingere, ma mi affascinava l’idea. Tra le altre cose, mi incuriosiva la mail-art, un movimento riguardante opere artistiche di piccolo formato che viaggiavano mediante il servizio postale. Decisi di mandare una cartolina a poche decine di persone, che dovevano possedere la caratteristica comune di non aver mai avuto alcuna forma di contatto con me. Reciprocamente totalmente sconosciuti. Non c’era internet, utilizzai gli elenchi telefonici di città di regioni diverse per ottenere alcuni indirizzi. Poi, procedure astruse che non sto a raccontare affinché vi potessero essere tra i destinatari anche persone più giovani. Il testo era lapidario: “Saluti, Alberto” e in basso il mio recapito. Nella mia testa, ricevere una cartolina avrebbe provocato comunque un piccolo perturbamento mentale ed emotivo in queste persone. Non è forse compito dell’arte suscitare emozioni nei fruitori? Dunque, nella mia ingenuità, mandare queste cartoline era un fatto artistico e non la cavolata di un adolescente. Come si vede, poche idee e confuse pure…

Ma la realtà è a volte inconcepibile e supera le nostre previsioni.

Tra le pochissime risposte che ricevetti ve ne fu una davvero incredibile. Un uomo, dal Piemonte, mi restituì in una busta la mia cartolina. Era accluso un breve biglietto in cui mi comunicava che la sorella, la signorina N.D. tal dei tali, era deceduta da qualche anno, ringraziandomi per il gentile ricordo che ne serbavo.

Capite? Le elucubrazioni di un adolescente, diciamo pure un suo gioco, erano state capaci di modificare la rappresentazione della vita di una persona, anche dopo la sua morte e senza alcuna forma di contatto con lei. Non so cosa questo fratello abbia pensato, a chi abbia raccontato dello strano amico partenopeo della sorella, peraltro nubile, che, forse, le aveva nascosto qualcosa…

Come è andata a finire? Forse l’esperimento era riuscito, ma sorpreso dalla potenza della mia “arte”, smisi di colpo ogni velleità artistica, iniziai a studiare Psicologia all’università e col tempo ho provato a dimenticare questa vicenda, di cui ho parlato a pochissime persone.

Eppure è inaudito: quanto è facile, pure a un ragazzetto un po’ solo e un po’ presuntuoso come ero io, entrare nella vita altrui! Preso dalla voglia di essere artista, non avevo valutato appieno le conseguenze del mio gesto. Senza chiedere permesso, mi ero intrufolato nella vita privata di sconosciuti. Non avevo compreso che siamo tutti connessi, ma i fili che ci legano ci sono ignoti.

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