COME RI-INNAMORARSI DI TOM CRUISE TRENT’ANNI DOPO

I sequel cinematografici sono sempre ad alto rischio. L’aspettativa nostalgica di chi si ricorda la prima puntata, l’originale, è altissima.

Tom Cruise, nella lavorazione di TopGun Maverick, ne era ben consapevole. Ma ha vinto la sfida.

Il nuovo capitolo della vita del capitano Pete Mitchell, per tutti Maverick o semplicemente Mav, non delude, e già dalle prime proiezioni in anteprima, in attesa dell’uscita ufficiale del prossimo 25 maggio, raccoglie consensi trasversali.

E, pur piacendo a un pubblico di età differenti, sono convinta che i fruitori migliori siano quelli della mia età. Quelli che, da adolescenti, videro il primo Top Gun al cinema.

Come non ricordare la perfezione plastica, i muscoli definiti, di quei piloti in divisa. Eravamo tutte innamorate dei protagonisti: metà di noi, ragazze del 1986, per Tom Cruise, e l’altra metà (io fra queste) per Val Kilmer, nome di battaglia Iceman. I maschi, all’epoca, più che essere attratti dalla protagonista femminile Kelly McGillis, la bionda Charlie fidanzata di Mav, non avevano occhi che per la moto del capitano Mitchell, quella Kawasaki Ninja che ricompare un po’ impolverata, ma sempre ruggente, anche nel film di oggi. E grande attenzione avevano anche per le battaglie in cielo con gli F14.

Credo di non sbagliare di molto dicendo che quel film cult della nostra adolescenza ha segnato più di un percorso universitario.

Ora, a trent’anni di distanza, eccoci di nuovo al cinema, più maturi (mi rifiuto di digitare la parola “vecchi”), un po’ più appesantiti, ma con negli occhi e nelle orecchie quella colonna sonora mitica, quelle immagini adrenaliniche.

Si spegne la luce, comincia il film.

E no, non delude. Perché il sound è sempre di Hans Zimmer, questa volta insieme ad Harold Faltermeyer, col tema portante “Hold My Hand” a firma di Lady Gaga, e l’attacco del film è praticamente identico: Top Gun c’è.

E c’è anche Maverick, accidenti se c’è.

Sembra che Tom Cruise abbia fatto il patto col diavolo. Certo, non ha più l’aria di un ragazzino, ma la voglia di superare il limite (qualunque limite), quella è rimasta.

E’ attorno a lui che si riscrive la storia del film, ma gli anni sono passati anche dentro la pellicola, e pur non tradendo la sua anima, il capitano Mitchell dovrà fare i conti con molti fantasmi sospesi del passato.

Per fortuna non è solo e scopre, nelle nuove generazioni, una visione diversa, più fresca e inclusiva, tanto da contemplare fra i piloti Top Gun anche le donne.

Una generazione che però, in fondo, è sempre mossa dai medesimi valori di amicizia e lealtà, quegli stessi che lo legavano ad Ice (che compare in un passaggio mesto e toccante) e all’amico Goose.

Piccolo spoiler: in questo nuovo Top Gun non vi è traccia di Charlie. Al suo posto c’è Penny, che già, in qualche modo, aveva un ruolo nel primo film.

Non facilissima da individuare: solo per profondi amanti della pellicola del 1986 a cui il dettaglio non sarà sfuggito.

Buona visione. Non è tempo buttato, no di certo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *