El Pep non è più lui. Sembra una frase da balera ma trattasi di football milionario, dunque Manchester City, el Pep è Guardiola allenatore stravincente, stradocente, strafurbo che però è costretto a buscarle per quattro volte consecutivamente, quasi fosse uno Juric qualunque. Ma con lui vale qualunque alibi, il maestro può sbagliare ma sono episodi, coriandoli bagnati, vedrete che nel giro di qualche mese tornerà a insegnare calcio a tutti gli Adani del mondo pallonaro.
In verità il gioco del calcio non è una scienza, anche se in molti ci giurano sopra, i depositari del kamasutra dovrebbero sapere che ogni tanto può accadere che, quando accade allora meglio tenere la testa bassa e pedalare.
Guardiola sputa saliva come una scimmietta nervosa con le noccioline, si passa la mano sulla crepa pelata, si agita a bordo campo, ma non è sempre natale. Tra l’altro il club che lo foraggia è sotto inchiesta per 115 violazioni fiscali e contabili, potrebbe anche darsi che tra qualche mese al catalano venga comunicato che il City scivoli all’ultimo posto della Premier League, con tanti saluti a sceicchi e affini. E comunque c’è sempre la Champions, con la complicità dell’Uefa che non fa un plissè sulle clamorose vicende giudiziarie.
Coraggio, Pep, ce la farai ad arrivare a fine mese, dicono a Manchester che il vostro clan sia soltanto chiassoso. Abbassa i toni e anche la cresta.