Struggenti le spiegazioni. Casalino: “Ho passato notti insonni (come le nostre alla sola idea che potesse finire in Parlamento, ndr), ma alla fine ho capito: il mio passato al Grande Fratello pesa ancora troppo sull’idea che la gente si è fatta di me”.
Quanto al Dibba, inutile aspettarsi un grammo di autocritica: il problema è il solito, lui è un genio e nessuno capisce quanto sia geniale. Con un video girato nell’abitacolo della macchina (non è chiaro se sia rimasto chiuso dentro o se scendere sia fatica al di sopra delle sue facoltà lavorative), così diffonde la ferale decisione: “Basta, ho capito che i 5 Stelle non mi vogliono. Grillo ormai è un padre padrone, io non voglio farmi dominare”.
E’ durissima, per il popolo italiano. Prima ancora di non votarli, si ritrova con la notizia che i due genialoidi escono dalla competizione. Entrambi espressione massima della politica di ultimissima generazione, un bestiario in cui il primo che si alza la mattina può decidere di essere De Gasperi o Gramsci, si sottraggono preventivamente al giudizio popolare. Tutti e due con l’aria di dirci non mi meritate, mi ci avete costretto, adesso sono cavoli vostri.
Effettivamente, adesso tocca a noi trovare il modo di uscirne. Senza Rocco e senza il Dibba, i due giganti del pensiero, rischiamo seriamente di restare senza veri punti di riferimento. Forse è uno dei momenti più bui della Repubblica. Eppure io sento che possiamo farcela,.