COME DARE DEL PEDOFILO AL PROF

di ARIO GERVASUTTI – “Okkio, che al prof cade l’occhio”. Dove, posto che non stiamo parlando di problemi di congiuntivite? Lì, sulle ginocchia scoperte delle studentesse del liceo Socrate di Roma che si presentano a scuola in minigonna. Almeno, questo è il timore della vicepreside, che le ha invitate a vestirsi in modo più consono proprio con questa giustificazione: “Perché sennò ai prof cade l’occhio…”.

Apriti cielo: rivolta delle studentesse del penultimo anno (chissà perché quelle del terzo e del quinto non si sono scomposte più di tanto) e al grido di “Non è colpa mia se al prof cade l’occhio” si sono presentate tutte a scuola in tenuta da spiaggia.

Ora, premesso che ci sarà un motivo se gli abbigliamenti vengono suddivisi per categorie: “da spiaggia”, “da lavoro”, “da cerimonia”, “sportivo”, eccetera, personalmente non mi sono messo nei panni delle studentesse offese (anche perché non sarebbe stato un gran bello spettacolo). Mi sono messo invece nei panni dei professori maschi di quella scuola, dipinti dalla collega vicepreside come un branco di subumani che alla vista di un ginocchio di una diciassettenne – capirai – perdono la vista e sia mai anche il controllo. Loro sì, i prof, avrebbero avuto tutti i diritti di inscenare una protesta di quelle sacrosante. E invece, zitti. Magari avranno ruminato sottovoce o tra di loro, ma nessuna scenata, nessuna manifestazione di protesta contro la vicepreside (donna) che li ha dipinti come animali e contro le studentesse (non ancora donne) che non si sono nemmeno poste il problema se la battuta della loro insegnante andasse presa sul serio, offendendo così pesantemente i loro prof.

Provate, per un momento, a mettervi nei panni (non succinti) di quei professori. Come avreste reagito nel sentirvi apostrofare così? Io, lo confesso, non avrei avuto la loro capacità di autocontrollo. Non bastavano i banchi a rotelle e il “distanziamento boccale”; non bastavano le lezioni da preparare e i testoni da promuovere, i genitori da tenere a bada e uno stipendio da far bastare. No, mancava passare per pedofili.

La tentazione di mandare tutte a quel paese, dalla vicepreside alle suffragette esibizioniste, sarebbe stata sacrosanta. In alternativa, si sarebbero potuti presentare in classe in costume e ciabatte: o il diritto a vestirsi come si preferisce vale solo per le ragazzine? E alla prima studentessa beccata con l’occhio “lì”, un bel 4.

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