COCA COLA E TASSE, DUE PAROLE SULL’IDEALISTA RONALDO

 

Ronaldo il giorno del patteggiamento al tribunale di Madrid (gennaio 2019)

di CRISTIANO GATTI – Signor Ronaldo, parli per lei. Senza offesa, a me piace molto la Coca Cola e continuerò a berla. Che lei si senta talmente forte e padrone da arrivare in una conferenza stampa degli Europei – pagati anche dalla bevanda americana – e di svergognarla a quel modo, a me sinceramente non fa né caldo, né freddo. Liberissimo. E chi vuole starla a sentire, liberissimo uguale.

Tutti si sono soffermati sul suo gesto di spostare le bottigliette, a me sinceramente hanno colpito molto di più le sue sprezzanti parole da sciamano salutista: “Coca-Cola… Acqua, si beve: acqua”.

Torno a dire: parli per lei. Beva quello che vuole e lasci bere agli altri quello che vogliono. Non vorrei mai che a questo punto il branco conformista dei suoi colleghi cominciasse a emularla su tutti i fronti, con stopper e mezzale che vengono a dirci sdegnati di non mangiare l’amatriciana e di non toccare il prosciutto crudo. State un po’ al vostro posto: giocate, segnate, tatuatevi, sposate strappone, ma per piacere lasciateci vivere come ci pare, persino bevendo Coca Cola.

Molti moralisti da scuola serale ci dicono che è così terribilmente edificante e istruttivo vedere i campioni-icone del calcio lanciare messaggi tanto nobili. Tu pensa: Ronaldo non ha paura della Coca Cola e dice ciò che pensa davanti al mondo intero. Bravo, proprio bravo. Magari, con calma, quando gli va, ci faccia sapere qualcosa anche sui palloni, sulle scarpe, sulle magliette che continua a vestire e a far vendere, guadagnando diritti stratosferici, tutti prodotti confezionati come sappiamo da mano d’opera sfruttatissima, quando non è infantile.

E comunque. Fare il testimonial di un rasoio o di un profumo ci sta, per un grande calciatore. Ci mancherebbe altro. Ma se il testimonial commerciale pretende di fare il salto di qualità, diventando oracolo e profeta, guida spirituale e faro morale, allora bisogna stringere un po’ sui requisiti di base.

Signor Ronaldo, io parlo per me: sono più portato a stimare un campione in regola – ad esempio – con le regole fiscali che il campione impegnato a dare consigli su cosa bere. Chiaramente non è un esempio a caso, riguarda proprio lei. Un paio d’anni fa, proprio lei ha patteggiato col fisco spagnolo per precedenti evasioni, incassando 23 mesi di carcere (evitati perchè incensurato) e 18,8 milioni di multa. Dettaglio secondario, ma simpaticissimo: il giorno in cui lei andò a firmare l’accordo, la gente in strada le chiedeva selfie e autografi, in un tripudio di cori e applausi, proprio da parte di quella stessa gente spagnola che aveva pagato più tasse proprio grazie agli evasori come lei. Valla a capire, la gente.

In ogni caso, oltre ai ringraziamenti della Coca Cola per l’efficacissimo spot gratuito, le giungano anche i miei: magari non ho imparato a non bermi la Coca Cola, ma una volta di più ho imparato a non bermi certe battaglie ideali di certi testimonial. Continuo a preferire quelle di Madre Teresa e Martin Luther King, tanto per citare a caso qualche suo collega idealista. Ma anche senza arrivare a loro, continuo a preferire le battaglie di chi semplicemente ha sempre pagato le tasse, senza bisogno di patteggiare.

 

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