CIAO SANGIULIANO, NON MANCHERAI A NESSUNO

Ministro della Cultura cercasi: il posto s’è liberato. Forse converrebbe persino reclutarlo con uno dei tanti concorsi statali, comunque uscirebbe qualcuno meglio del predecessore. Quello, Sangiuliano, è già un brutto ricordo, una pagina tragicomica del nostro avanspettacolo politico, tra bionde amichette in giro per segreti di Stato, bugie da Pierino, confessioni strappalacrime alla Mario Merola, occupando sfacciatamente la televisione pubblica.

Basta, fine, il penoso cinepanettone estivo è ai titoli di coda: ci sono le dimissioni. Se spontanee o se imposte dalla capessa di governo, comunque sono tardive e non emendano la porcheria. Si chiude semplicemente una pagina vergognosa della storia repubblicana, purtroppo non la sola, purtroppo né la prima né l’ultima.

Ciao Sangiuliano: la speranza è che non sia un arrivederci. Adesso sarai finalmente libero di calarti nel nuovo ruolo, il martire all’italiana, che si immola per senso dello Stato, che fa un passo indietro per non creare problemi al governo, ma che comunque è vittima di una scandalosa congiura (come se la parte opposta, quella diretta dall’armocromista, fosse all’altezza di queste diaboliche trame: quella quasi neanche se n’è accorta, neanche ha lanciato un grido, men che meno una feroce campagna, di fronte a tanto deprimente scempio).

Quanto a noi, ci mettiamo tutti in paziente attesa del libro verità, che puntualmente ci riverserai al più presto. Oltre alla solita raffica di comparsate nei talk-show fiancheggiatori che ti aiuteranno a rifarti una verginità. Resta inteso che la bella notizia resta: l’Italia non ha più un ministro della Cultura di cui vergognarsi leggendo le pagine di tutto il mondo. Magari un ministro che non ha commesso reati penali, ma – molto peggio – sicuramente ha camminato sullo Stato e sulla collettività come si cammina sugli zerbini, pulendoci le scarpe.

Certo non è il caso adesso di farci prendere dall’euforia, di aspettarci chissà quale catartica riscossa. La politica italiana ha risorse infinite, è capace di tutto: quasi sempre, riesce a trovare un sostituto peggiore di chi viene sostituito. Da quelle parti non manca gente di cultura che può fare bella cultura, i Veneziani, i Guerri, ma a quanto pare questi sono nomi troppo logici, troppo bravi, per rientrare nello standard di un governo calibrato sulle Santanchè e sui Lollobrigida. Difatti, ci rifilano Giuli.

In ogni caso, buon tutto a Sangiuliano. Purchè a debita distanza dallo Stato. Non mancherà a nessuno.

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