CI SONO ANCORA ITALIANI CHE BATTEZZANO DUE PICCOLE BALILLA

Rammento un disegno, apparso su di una rivista autoprodotta da quella che, allora, si autodefiniva “nuova destra” e che si chiamava “La voce della fogna”: rivista per molti versi geniale, autoironica, alternativa a quelle pesantissime pubblicazioni che caratterizzavano la Nomenklatura, un po’ ingessata, della destra ufficiale e parlamentare. Si trattava di una caricatura che ritraeva un panzone, piuttosto male in arnese, in camicia nera, con tutti gli ammennicoli rituali di certi nostalgici da gita a Predappio: busti del Duce, gagliardetti, olio di ricino, manganello e via così. Insomma, il fascista da barzelletta, tutto saluti romani e grida di: “A noi!”.

Oggi, ringraziando il cielo, quella stirpe è pressochè estinta: certo, rimangono vivi alcuni luoghi comuni, qualcuno, in qualche landa sperduta, organizza cene in cui c’è sempre qualche rudere spelacchiato che intona “Faccetta nera” o “Giovinezza”, ma la destra, nel complesso, si è data un assetto più presentabile e meno, diciamo così, folkloristico. Anche sulla mania di lanciare allarmi per una rinascita neofascista, da parte di associazioni e giornalisti che, altrimenti, avrebbero poco o nulla da dire, ci andrei cauto: io tutto questo fascismo in giro non lo vedo e mi pare che, spesso, si cerchi di ingigantire fenomeni tanto marginali quanto inevitabili, dando loro visibilità ed energie che, altrimenti, non avrebbero.

Insomma, in Italia c’è un ragionevole affievolirsi dell’interesse per il Ventennio, perlomeno inteso nel senso più staraciano del termine: salti nel cerchio di fuoco e pugnali tra i denti. In decisa controtendenza, invece, a Bollate, paesotto vicino a Milano, dove si sono rinnovellati i fasti della Marcia: per un giorno, piazza San Sepolcro è rivissuta, sul sagrato della chiesa parrocchiale di San Bernardo di Cassina Nuova, ridente frazioncina che parrebbe più adatta ad ospitare il remake di un film di Renato Pozzetto che la seconda ondata fascista. Dei genitori, evidentemente un filo disturbati sul versante storico-politico, hanno pensato bene di festeggiare il battesimo delle loro due figliolette con tanto di fumogeni e di striscione, tenuto da un manipolo di ignari fanciulli, che recava l’inequivocabile scritta: “Auguroni piccole balilla”.

Ora, a parte che, semmai, si sarebbe trattato di figlie della lupa e non di balilla, stante il dato anagrafico, la cosa mi pare, perlomeno, di cattivo gusto. Non arrivo alle geremiadi dei Sentinelli (che, poi, anche chiamarsi “sentinelli” fa un po’ ridere, dai…), tuttavia, rovinare un battesimo, che è cerimonia serissima e sacra, con simili beceraggini, a prescindere dal riferimento al regime, denuncia una certa qual carenza di stile. Come minimo.

Immagino che San Bernardo di Cassina Nuova non sia la Ville Lumière e che vi prosperino i tamarri con la Golf taroccata e i tatuaggi sul polpaccione depilato, però stavolta hanno esagerato: le due incolpevoli lattanti sono appena venute al mondo e già sono protagoniste di una bella polemica da elzeviro di “Repubblica”. Bollare a Bollate: sembra il titolo di un’opera patafisica!

Insomma, lungi da me imbastire l’ennesima mella su fascismo, antifascismo, genitori nostalgici, sentinelli protestanti e su tutto il resto del repertorio. Rimane il fatto che mettere degli striscioni del genere, con tanto di fumogeni e, magari, qualche slogan burbanzoso, in occasione di una festa battesimale mi sembra di monumentale cattivo gusto, prima di rappresentare un vulnus per la democrazia. Di vulnera, la nostra presunta democrazia ne subisce ben altri, quotidianamente. Certo, molto più stilosi e compassati.

Archivierei, invece, questo episodio come una gag sull’Italia da commedia: come una manifestazione di mancanza di eleganza, piuttosto che di mancanza di rispetto per la Costituzione, con buona pace di fascisti e antifascisti del terzo millennio, che vedrei meglio in un museo archeologico che a dibattere sui giornali. E ci farei sopra una bella risata. Com’è che scrivevano sui muri i buontemponi del 1977? Una risata vi seppellirà! Ecco…

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