CI SIAMO FATTI LA FASE 5

di CRISTIANO GATTI – Forse, l’ultimo decreto che davvero dovremmo firmare, molto prima del 18 maggio e dell’1 giugno, le date della gradualità e della prudenza, sarebbe questo: va bene, abbiamo capito, alziamo le mani e chiudiamola qui con la prudenza, liberi tutti e che il Cielo ce la mandi buona.

Sarebbe almeno una manifestazione chiara, a prova di interpretazione e di sofismi, di piagnistei e di rabbie. L’unica che non darebbe né ordini né tanto meno consigli, ma semplicemente si limiterebbe a dichiarare solennemente quanto il Paese ha spontaneamente e democraticamente già deciso: il Covid-19 non esiste più, solo poche trascurabili scorie, magari per anziani con un piede già nella fossa, diciamo come due mesi fa, come all’inizio, prima che tutto scoppiasse. Basta guardarci in giro, dal Nord al Sud, dal mare alle montagne, dalle città ai piccoli borghi: siamo tutti fuori. Nel radioso domani, nel rinascimento. Anche se Conte è ancora alla fase 1, anche se la Lombardia – ad esempio – è ancora in stato di emergenza, l’Italia di fatto è nella Fase 4, quasi nella 5. Saltata a piedi pari la Fase 2, e pure la 3, caso mai qualcuno avesse in preventivo di prepararla (si risparmi la fatica, lavoro inutile).

Per rompere gli argini ci siamo costruiti anche un robusto alibi psicologico e morale: basta, qui si impazzisce, se non si crepa di virus si crepa di stenti, a questo punto usciamo e mettiamoci in braccio al sano fatalismo italiano.

Sinceramente, va manifestata piena solidarietà ai baristi e ai ristoratori, ormai rimasti gli ultimi mohicani con la chiusura in gobbo. Erano la norma, sono le incredibili eccezioni.

Chi esce con la mascherina e il distanziamento e tutto quanto il resto, anche con la giusta paura, chi esce senza mascherina, chi esce con la mascherina ma la tiene sotto al mento, come i chirurghi delle fiction dopo l’intervento miracoloso.

Questa è l’Italia, oggi, in teoria ancora piuttosto lontana dal 18 maggio, la data che ci eravamo dati per la fine del primo, timidissimo esperimento. Per una volta, noi ritardatari e pasticcioni cronici, ci siamo portati avanti col lavoro. E chissà che non sia questa l’idea di prevenzione fatta propria dalla popolazione smarrita.

Tutto questo mentre là negli ospedali i nostri eroi sanitari, forse già ex, continuano a implorarci, state prudenti, rispettate le regole, non riduceteci di nuovo in quella situazione allucinante di poche settimane fa, quando un paziente su tre – parole di un primario – non ha ricevuto l’intubazione necessaria, per mancanza di mezzi e personale, “e chi dice il contrario crede alle favole”.

E non parliamo, perchè proprio suonano patetici come antiche canzoni di Nilla Pizzi, degli appelli in arrivo dal ministero, dall’Istituto superiore della sanità, dalla Protezione civile: per noi le istituzioni ormai sono fuffa, meno credibili delle barzellette, ma cosa vuoi dar retta.

E allora buon divertimento a tutti. L’abbiamo sognato giorno e notte, ce lo siamo strappato con i denti, ora l’abbiamo ottenuto a furor di popolo. E che nessuno si metta più in mezzo con questi stupidi divieti e questi decreti idioti.

Già che ci sono, io auguro a tutti anche buona fortuna.

2 pensieri su “CI SIAMO FATTI LA FASE 5

  1. Vincenzo Minorini dice:

    In questi casi, lo sto dicendo da tempo, io farei una cosa semplicissima.
    Prenderei le generalità di questi Supereroi cosi da inibirli da qualsiasi cura sanitaria nel caso dovessero averne bisogno..!!

  2. Fiorenzo Alessi dice:

    Caro Dott. Cristiano GATTI,
    Lei è un vero ed infallibile tiratore : centra sempre il bersaglio.
    Qualcuno , anziché “tiratore”, potrebbe adottare anche termini che, alla fin fine, non spostano di molto il significato : ad esempio CECCHINO , oppure KILLER.
    In ambedue i ruoli , semmai le capitasse in sorte di rivestirli , le auguro veramente di non smentire la sua meritata fama : ABBATTA i bersagli del tirasegno dell’IMBECILLITÀ, della INCOSCIENZA , dell’IRRESPONSABILITA’ …e via mal-dicendo.
    Li abbatta senza alcun rimorso, e soprattutto senza pietà.
    Della PIETAS , chi ne ha mai sentito parlare e ne conosce il profondo significato, ben altri sono quelli meritevoli e bisognosi.
    Cordialmente.
    Fiorenzo Alessi

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