CHITARRA E FALO’ IN SPIAGGIA SONO IL PALEOLITICO: LA VACANZA GIOVANE E’ SFASCIARSI

Dormono in cantina. Escono il tardo pomeriggio per andare in farmacia a comprare preservativi ultrasensibili, lasciando di norma il compito alle femmine perché i maschi si vergognano. Non però di procurare fumo e coca, palline da 5 euro che sovente contengono gesso e non stupefacenti. Poi prendono tutti insieme la via della notte: discoteche e spiagge. Al chiuso, tra alcol, musica e droga, i ragazzi offrono denaro (da 50 euro in su) a sconosciute per fare sesso, poi vanno a farlo all’aperto con tanto di video. In qualche caso c’è la gara: chi se ne fa di più, lei o lui non ha importanza.

E’ la vacanza tipo degli adolescenti a Lloret de Mar, capoluogo di una Costa Brava che nemmeno 50 anni fa era venduta come il nuovo paradiso del turismo, la prima concorrente della Costa Azzurra. Oggi, nel 2022, quando alberghi e case sono esaurite, si vendono posti in spiaggia, sul balcone, sui gozzi, in cantina appunto, anche se in questa fantasiosa offerta è stata Ibiza la prima ad industriarsi. Un fenomeno che là però si è ridimensionato presto, tra leggi del governo delle Baleari più aperte verso gli affitti turistici e più severe sui trucchi dell’abusivismo.

I soldi nelle tasche dei fanciulli non mancano per i vizi, non costando nulla pernottare e mangiare (si accontentano degli snack da supermarket, una volta al giorno). A soli 75 chilometri da Barcellona, la cittadina di 40.000 abitanti nei mesi più caldi si trasforma in una specie di inferno psichedelico, il cervello resta negli zainetti.

Normale che, dove girano storditi bambocci con i portafogli discretamente pieni, droga, alcol, la microcriminalità prosperi beatamente. Vista la radice multietnica dei malfattori, diventa anche un bel problema prenderli per Policia e Guardia Civil, che comunque in generale appaiono abbastanza distratte, a prescindere.

La vita diventa dura anche per chi cerca lavoro stagionale, nessuno si fida più di nessuno e a 30 anni da quelle parti sei già “vecchio”. Si sbarca il lunario in nero, qualche volta, come il colore della notte e del giorno, durante il quale per lo più si dorme.

L’ultimo reportage dell’ottimo Andrea Galli sul “Corriere” è agghiacciante, racconta di una gioventù bruciata che è assai complicato immaginare – al suo ritorno a casa – riprendere una pur minima retta via. I genitori hanno pensato anche ad agenzie di investigazione o pedinatori professionisti, ma i costi sono insopportabili: converrebbe mandarli in un grand hotel alle Bahamas. E hai voglia di tempestarli di chiamate e casomai sms o whatsapp, con gli orari sfalsati che hanno è come inseguirli con il fuso orario del Giappone, anche se vivi in Europa.

Per di più, molte coppie di “vecchi” sono separati e il doppio colpo del messaggio quotidiano per gli adolescenti è davvero troppo: non rispondono, o lo fanno con molte ore di ritardo. Un bel copia e incolla per mamma, papà oppure amica o amico dell’uno o dell’altra, e via verso un’altra notte sulle giostre. Lo dicono senza problemi: “Noi siamo qui per sfasciarci”.

Il collega del “Corriere” parla di una sorprendente propensione dei ragazzi e delle ragazze a farsi ascoltare. A raccontare le loro imprese. Sono loro, in buona parte dei casi, a confessare al cronista. Scaricando tutto, alibi, sensi di colpa e giustificazioni, sui disagi familiari. Un po’ comodo, forse, ma converrebbe prenderne atto, perché allora sarebbe anche comodo per quelli come me rispondere che i miei genitori non me lo avrebbero permesso.

E quindi? Quindi non è che da noi in Italia le cose vadano meglio. Vi avevamo raccontato un paio di settimane fa delle scorribande in Romagna, ora a lanciare un allarme durissimo è il rapper Emis Killa: “Riccione è la nuova Marsiglia, dopo le 18 devi avere paura ad andare in giro”. Gli albergatori lo smentiscono, alcuni fan applaudono, mentre molti altri lo insultano: “Colpa dei vostri testi vuoti e istigatori”. Emis, per la cronaca, ha lasciato la compagna Tiffany Fortini nel 2020, pochissimi mesi dopo che lei lo aveva reso padre.

Cronache spaventose e inquietanti, dove forse prima di giudicare bisognerebbe indagare, studiare, capire. Compito da sociologi e da sacerdoti, forse anche da giornalisti. Certo è che tutto questo non risulti edificante per quanto riguarda i compiti dei genitori: quindi possiamo indignarci e colpevolizzarci, ma non sorprenderci se i figli non li aprono nemmeno, i compiti delle vacanze, per andarsi a sfasciare al mare.

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