CHIAMATE IL 118, ORMAI ADANI E’ DA BARBITURICI (A SPESE NOSTRE)

Non vi piaceva il processo di Biscardi? Non vi garbava l’”Appello del martedì” di Mosca? Vi disturba Tiziano Crudeli? E allora zitti e beccatevi Adani.

E’ quello che si merita il popolo pubblico del calcio, quello che abbocca al kamasutra della tattica, alla linea statica, alla palla contesa, alle scalate che arrivano tardi, alla mistica che entra in campo, questo è il Novissimo Dizionario Adani della lingua calcistica italiana. Roba che fa tornare ai tempi del maestro Manzi, gli analfabeti potevano apprendere dalla televisione l’abc, in tutti i sensi, lo stesso accade oggi, in diretta dal Qatar, a spese degli abbonati, se non capisci ci pensa l’Otelma del quattrotretrè.

Il delirio non ha limiti e dignità, esplode in modo impressionante per un gol di Messi, viaggia tra un selfie in mutande e una bandiera argentina tenuta come un santino, pregando verso il cielo perché il sogno si avveri.

Non è finita. Il programma prevede Portogallo-Uruguay, i sudamericani sono zucchero per il coma diabetico dell’unto che si prepara a una notte magica, carica di garra charrua. Lui insiste, sempre più simile a Conchita Wurst, drag queen austriaco. Dai sù che ci divertiamo.

Ne approfitto e chiedo scusa, in gravissimo ritardo, ad Aldo, Maurizio e Tiziano, al confronto fini dicitori di un gioco meraviglioso.

Post scriptum: povero Stefano Bizzotto, eccellente professionista bolzanino, costretto a convivere con tale inquilino.

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