CHI HA AVVELENATO I GIOCATORI DEL PRINCIPE

Le prove indiziarie sono molte, così dettagliate da apparire schiaccianti: le accuse di avvelenamento del Real Aversa, squadra di calcio della cittadina casertana militante in serie D, appaiono fondate. Ci sono movente e opportunità, manca però il colpevole e adesso toccherà alla giustizia ordinaria, in concerto con quella sportiva, fare luce sull’accaduto.

Dunque il club campano, di proprietà di Emanuele Filiberto (del resto si chiama Real…), va in ritiro giovedì sera in un hotel a 4 stelle nel centro di Ragusa, dove domenica avrebbe giocato la partita decisiva per la permanenza in serie D: uno spareggio, perché i siciliani si trovavano nella medesima situazione degli avversari. Succede però che moltissimi giocatori dell’Aversa venerdì vengono colti da dolori di stomaco fortissimi e dissenteria, ma al Pronto Soccorso dottori e infermieri di turno minimizzano, rispedendoli in albergo con le loro convulsioni. Il principe Emanuele chiede il rinvio della partita, la Lega nega. Si gioca regolarmente: 6-0, Ragusa salvo, Real Aversa retrocesso, se non che durante il viaggio di ritorno molti atleti della squadra campana vengono ricoverati in ospedale a Salerno, ancora vittime di fitte lancinanti al basso ventre.

“Ci hanno avvelenati in albergo!”, tuona il principe. “Delirante”, replicano da Ragusa, preannunciando querele. “La dottoressa che al Pronto Soccorso ha rispedito i miei uomini in albergo, domenica era in panchina: è Alessia Lauretta, il medico sociale del Ragusa!”.

Tuttavia – come sostengono i legali di Emanuele Filiberto – il loro assistito denuncia fatti inequivocabili, ma senza lanciare strali né sentenze verso chicchessia. Salvo, come chiarisce l’avvocato Griffo del team del principe, che la magistratura inquirente “ha già adottato le iniziative deputate all’individuazione dei responsabili”, perché ricoverati in giro per la Campania adesso ci sono anche alcuni membri dello staff tecnico.

Mi raccontava l’allenatore di una squadra di serie A che negli anni Ottanta, quando andavi in trasferta in alcune città, trovavi gli spogliatoi “Ospiti” lavati a fondo con varichina o ammoniaca, tanto che l’aria era irrespirabile e la squadra doveva cambiarsi e poi scaldarsi nei corridoi (all’epoca non si andava in campo prima della partita), restando comunque intontita e un po’ alterata dai vapori che esalavano i locali adiacenti.

Vecchi trucchi, si dirà, e adesso bisogna smascherarne uno dei due: o quello della recitazione magistrale di giocatori e membri dello staff del Real Aversa (interpretazione evidentemente corroborata dall’assunzione di qualche lassativo), oppure quello ancor meno nobile denunciato da Emanuele Filiberto, cioè l’intossicazione da parte di chi ha in qualche modo a cuore le sorti del Ragusa.

Questo sì, davvero, è calcio d’altri tempi! Come i tempi fatati di re, principi, e sudditi. Una favola amara, dove il buono spera ancora di prevalere sul cattivo. Vi faremo, ci faranno, sapere… Qualcuno comunque non vivrà più felice e contento.

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