CHE PENA IL COMPLOTTISMO ANCHE PER L’AUSTRIA

di TONY DAMASCELLI – Abbiamo paura del sarto. Trattasi di Taylor prima della traduzione in salsa italiana. L’arbitro della partita contro l’Austria è l’ultimo alibi dell’assemblea condominiale presieduta dalla stampa nostrana, maestra di complottismo alla vaccinara, essendo questo arbitro inglese ritornano i favolosi anni della perfida Albione.

Da sempre ce l’hanno con noi e adesso, con le parole di Draghi sui contagi londinesi e la finale di Wembley eventualmente da spostare, avranno sicuramente incaricato mister Anthony di farcela pagare, un rigore a favore non accordato, uno contro invece fischiato e ovviamente inesistente, un tot di ammonizioni e anche un’espulsione. Eppoi Taylor sarà pronto a inginocchiarsi laddove il resto della comitiva, italiana e austriaca, rimarrà ben salda in piedi.

Tutta roba che serve al peggiore blob di vigilia, non perdiamo le cattive abitudini, cerchiamo alibi dovunque. E dire che incontriamo l’Austria, roba piccola se confrontata con il curriculum dell’Italia di Mancini. Ma la Svezia? Ricordate la Svezia che ci tolse il viaggio in Russia? D’accordo, ma allora c’era Ventura, poi scomparso in Zanzibar e con qualche apparizione dalle parti di Salerno, oggi ci sono il bel Mancini e la sua orchestra, tutta reduce da un centro estetico, Evani e Oriali da photoshop e Gravina che sembra un artista del realismo cinematografico.

Evitiamo le chiacchiere su Taylor, a Wembley abbiamo offerto sempre prestazioni belle, proprio contro gli inglesi. Stavolta dobbiamo accontentarci degli austriaci e speriamo che valgano ancora le parole di Napoleone: “L’Austria è sempre in ritardo, di un anno, di un esercito, di un’idea”.

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