A bocce quasi ferme, a cerimonie, dirette tv, feste, camminate ancora in corso ma che volgono al termine, dati alla mano possiamo fare un primo bilancio del 2 aprile, giornata per la consapevolezza dell’autismo.
I dati sono ancora in fase di elaborazione, ma ho ragione di credere siano comunque affidabili. Il dato numerico in realtà non è ancora disponibile, ma i fenomeni sono conclamati: si registrano svariati ferimenti con perdita di sangue, slogature ed ematomi, soprattutto ematomi, graffi e morsi diffusi con una predilezione per gli arti superiori, lanci di oggetti contundenti spesso finiti a bersaglio, vetri rotti, urla sguaiate causate da dolore, frustrazione, incomprensione, urla di gioia anche, ma spesso fuori misura, poi fughe e anche fughe pericolose, destinazione la strada percorsa dalle automobili, denudamenti apparentemente inspiegabili e di nuovo lanci di indumenti, scarpe in particolare, un pallino fisso per qualcuno. E ancora lanci di telefoni, notti insonni, notti parzialmente insonni, risvegli turbolenti, lancio di cibo, rifiuto di cibo, mutande e pigiami bagnati, vicini di casa sul piede di guerra per gli schiamazzi, capelli tirati e strappati, occhiali in frantumi e giornate che sembrano non iniziare mai.
Risultano proteste diffuse, sia pure scomposte, per via di fastidi derivati da voci, rumori, luci, odori insopportabili e la vicinanza di persone indesiderate. Da non sottovalutare fenomeni di reclusione volontaria, insensibili a qualsiasi lusinga, e cambi di umore repentini e indecifrabili.
Di questo e altro sono dunque capaci i nostri amici autistici e tutto quanto pare essere accaduto con cause e motivazioni sempre ben precise, solo a volte poco comprensibili. Tutto quanto pare essere accaduto il 2 aprile, anche il 2 aprile, come in qualsiasi altro giorno dell’anno a dire il vero.
Tra tanta bellezza, tanta umanità, tanta sensibilità e tanta voglia di stare con gli altri, almeno gli altri simpatici e non irritanti e fastidiosi, tra qualche talento e un desiderio di comunicare che merita attenzione, voglia di rallentare, fermarsi e provare a capire, accadeva anche tutto il resto: anche durante i bei festeggiamenti, i ritrovi, i sorrisi, l’orgoglio e tutto quanto.
Ad acquisire più consapevolezza dell’autismo sarà solo chi riesce a ricordare che la dotazione di serie dell’autismo è anche l’altra, l’altro lato della medaglia, in qualsiasi giorno dell’anno.
Per tutti gli altri, temo che l’appuntamento sia per il 2 aprile prossimo.