CARO SINNER, BASTA COL PIAGNISTEO: QUESTE SONO LE REGOLE

Tutti vogliamo bene a Sinner, c’è un’autentica venerazione nazionale per il fuoriclasse del tennis, ma anche per la bellezza della persona. Detto questo, bisogna subito aggiungere che il piagnisteo collettivo per la lesa maestà del ricorso Wada sta già diventando veramente insopportabile.

In tanti, pure espertoni come l’ex mezzo campione Bertolucci al Tg1, sono partiti nella crociata a difesa del cocco e contro i poteri occulti dell’antidoping mondiale, lasciando intendere che si accaniscono contro un innocente – loro garantiscono a prescindere che Sinner sia un innocente – solo per sfruttarne la notorietà e garantirsi un po’ di spazio sui giornali. Sì, come se la Wada fosse una bocciofila di paese e non invece il massimo organismo antidoping del mondo, creato dal Cio e finanziato anche dagli Stati sovrani, proprio per sottrarre la lotta contro il doping ai piccoli interessi di bottega delle singole federazioni e dei singoli Paesi.

Se tutti quanti facessero uno sforzo minimo per informarsi, non servirebbe molto per sapere che la Wada non sta facendo nulla di speciale, tanto meno di diabolico: sta solo esercitando un diritto – il ricorso – nel pieno rispetto delle regole. Questa è la procedura: c’è una sentenza – per Sinner di assoluzione – e c’è poi la possibilità di ricorrere al Tas, come peraltro avviene con i tre gradi della giustizia ordinaria. Niente di eclatatante, tanto meno di vergognoso, quindi. Ma qui c’è un’indignazione che è solo tifo, perchè tutta questa bella gente per anni ha ignorato queste faccende, quando magari si rovinavano le carriere di tanti altri sportivi, più o meno noti, adesso invece si svegliano tutti solo perchè le regole toccano Sinner. Ma si svegliano da ignoranti, bisogna dirlo: ignorano il minimo sindacale delle procedure antidoping. A dirla davvero tutta, bisognerebbe dire persino che a Sinner è già andata di lusso, perchè il caso è uscito a cose fatte, inedito assoluto a livello mondiale, visto come in tante altre occasioni gli stracci sono volati al primo esame fallito e anzi in tanti si sono ritrovati con la sospensione, in attesa delle inchieste, privilegio questo di Sinner poco digerito persino nel tennis da gente seria come Federer, ad esempio.

Diverso, molto diverso, dire che sono regole ridicole: anche quello è un diritto. E allora però bisogna battersi per cambiarle, eventualmente. Ma non possiamo scoprirlo solo quando ci rovinano il giocattolo, bisogna dirlo sempre, molto prima, anche quando finiscono nel mirino dei poveri pisquani qualunque. In questo caso, siamo al Sinner santo subito, santo e martire, a prescindere, e maledetti tutti quelli che provano a mettersi di traverso con le loro stupide regole.

E’ giusto e accettabile, tutto questo? No, tutto questo è misero e avvilente. Quando i sospetti di doping cadono su un atleta che non importa a nessuno, tutti a invocare un inasprimento delle regole e delle pene. Mano pesante. Quando però si arriva a Sinner, vorrebbero persino smantellare l’antidoping, magari mettendo in galera loro, i truci sgherri della Wada. Con questo senza voler dire che la Wada è perfetta, ci mancherebbe altro.

Ovviamente la speranza è che anche il ricorso finisca per dimostrare l’innocenza di Sinner. Che comunque doping aveva addosso, benchè a suo dire solo per “contaminazione”, la pomata del suo massaggiatore (un’altra cosa da sapere, o da studiare: anche la negligenza è comunque doping). Ma se disgraziatamente non dovesse finire così bene, persino la squalifica non sarebbe niente di scandaloso, sarebbe solo la semplice ripetizione di un castigo già visto mille volte in mille altri casi.

Nell’attesa, bisognerebbe almeno smetterla di frignare come un popolo bambino, piantarla con i verdetti per simpatia, chiuderla con l’ignoranza in cattedra. Basterebbe aspettare i processi. Ma questo, effettivamente, in Italia non è previsto. Chi ne ha voglia di informarsi prima di sputare sentenze a vanvera. E’ fatica inutile, per gente che la sa già così lunga. Anche nelle nebbie del doping, l’Italia si conferma un simpatico popolo di nati imparati.

3 pensieri su “CARO SINNER, BASTA COL PIAGNISTEO: QUESTE SONO LE REGOLE

  1. Claudio dice:

    L’articolo va anche bene, non c’è niente di losco o sconvolgente nella situazione Wada. Però, per favore, smettiamola di ripetere “in Italia questo” e “in Italia quello”. Fatevelo un giro fuori dall’Italia e scoprirete che tutto il mondo è paese e non è una questione di Italiani “simpatico popolo di nati imparati” quanto di tifosi che difendono il proprio beniamino e peccano un po’ di oggettività. Tutto questo è semplicemente umano, non esclusivamente italiano.

  2. Alessandro.C. dice:

    Eh…Sig.Gatti pienamente d’accordo,questa levata di scudi,aggiungo,non si è mai vista nello sport di cui Lei scrive in altro sito.
    Si parlo del ciclismo covo di dopati ad oltranza o di doping meccanico,ma per favore…tutti sul carro del vincitore perchè conviene.
    Niente contro Sinner però…tranquilli.

  3. Francesco F dice:

    Signor Gatti posso essere d’accordo con lei quando parla di levata di scudi nazionale pro Sinner ma sono ancora più d’accordo con Claudio quando dice che non si tratta di fenomeno italiano ma…di natura umana.
    Non sono d’accordo invece con quelli che hanno visto un trattamento di favore per il nostro N°1 e anche con quelli, come lei, che vedono assoluta normalità nel comportamento Wada.
    I casi da paragonare a quello di Sinner non sono quelli dei ciclisti o dei cestisti ove la wada è il primo organo giudicante, bensì quelli degli altri tennisti, per i quali a giudicare è l’ ITIA e dove la wada ha solo diritto al ricorso che, nella sua storia, non si era mai permessa di fare prima, come ad esempio nel caso del tennista Bortolotti che, giudicato innocente dall’ Itia pochi mesi or sono per caso analogo a quello di Sinner, ha pensato bene di non ricorrere:
    è la prima volta che la Wada fà ricorso contro la decisione di un tribunale indipendente.
    E se usciamo fuori dal campo dei tennisti, le pare normale il mancato ricorso wada contro i nuotatori cinesi contaminati dai fumi della cappa del ristorante di un albergo quando poi si è pure scoperto che alcuni di loro non avevano neppure dormito lì?
    Come vede, molto probabilmente come dice lei tutto è normale, ma il sospetto che se Sinner fosse stato n° 1000 del ranking mondiale avrebbe avuto un trattamento migliore….è difficile da sradicare dalla mente di chi ha a cuore le sorti di Jannik.
    Distinti saluti: Ciccio.

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