di FRANCESCO BOZZI e PIERLUIGI MONTEBELLI – Finalmente ce l’abbiamo fatta. Non sentite già aria di cambiamento? Siamo nel 2021 e ci siamo lasciati alle spalle quello che per molti, quasi tutti, è stato un annus horribilis.
Certo, non è stato semplice traghettare dal 31/12 al 01/01.
Era più facile capire i principi della fisica quantistica.
C’era il decreto, poi c’era la deroga, poi c’era la deroga alla deroga, sembrava un DPCM scritto da Branduardi: “E venne il DPCM che scrisse Conte che si mangiò il Presepe che al mercato Casalino comprò”.
D’altronde Branduardi è un famoso fisico quantistico.
Gli abitanti dei Comuni con più di 5000 abitanti devono spostarsi solo in determinati giorni, si può andare solo in un raggio di 30 km, ti puoi spostare, ma solo una volta al giorno, senza andare nei capoluoghi di provincia, non si sapeva a chi dare retta. Gente col compasso che tracciava i confini sulle cartine, qualcuno ha anche tentato di invadere la Kamchatka!
Anche le forze dell’ordine preposte ai controlli dicevano “dovete stare a casa!” pur di non dover imbattersi nelle maglie delle deroghe del decreto, impossibili da decifrare e che ognuno interpretava a modo suo.
In giro si diceva di tutto, addirittura si rincorrevano voci pazzesche, ad un certo punto si diceva che l’Italia stesse vincendo per 20 a 0 e che avesse segnato anche Zoff di testa, su calcio d’angolo… (cit. il secondo tragico Fantozzi!)
Un Capodanno particolare, quello del 2021. Indimenticabile. Il 2020 finisce alle 22 e il 2021 inizia alle 7 di mattina, questo grazie al coprifuoco imposto in questo periodo. I poveri speaker di Isoradio, la radio che per antonomasia si ascolta in macchina, costretti a parlare da soli.
Del resto le misure per contenere il diffondersi del Covid, ora anche nelle versioni personalizzate (inglesi, italiane, sudafricane… ma ne attendiamo di nuove), sono queste: zona rossa nei giorni festivi e coprifuoco dalle 22 alle 5, con un bonus di due ore per il primo dell’anno.
Ma l’Italiano non si ferma di fronte a nulla, e dopo aver ascoltato il discorso del presidente Mattarella (costretto quest’anno in piedi e con la finestra aperta come esempio per tutti, infatti il discorso è durato solo 14 minuti proprio per l’aria gelida che entrava alle sue spalle), si riversa nelle strade per raggiungere le destinazioni deputate al cenone.
Ognuno porta qualcosa. E ti pare facile? Fin dalla spesa bisognava stare attenti, non si potevano mica acquistare tre kg di lenticchie, avevi il timore di essere denunciato per spaccio, o peggio per porto di cotechino abusivo.
Quindi via di acquisto rateale e occultamento di pietanza fin dentro le maniche del cappotto.
Armati di bottiglie fino ai denti, ci si avvia verso il luogo deputato al festeggiamento, rigorosamente muniti di autocertificazione con le motivazioni più articolate, dalla visita congiunti, fino alla scoperta del parente misterioso.
Abbiamo visto figli ventenni dipingersi della finta acne sul viso e viaggiare in auto sui seggiolini per simulare un’età non superiore ai 14 anni, vecchine di 87 anni caricate a forza in auto per confermare di essere destinatarie di ricongiungimento familiare, salvo poi essere lasciate in macchina perché il figlio era ad una festa.
Abbiamo visto anche gente stivare parenti nel bagagliaio al posto della ruota di scorta: e lì si capisce perché si dice parenti stretti.
Il tam tam organizzativo si è messo in moto un mesetto prima, qualcuno illuminato da lampi di originale furbizia ha prenotato interi bed and breakfast con gli amici, salvo poi vedersi arrivare Babbo Natale vestito da poliziotto con in mano un verbale da 400 euro a testa.
I più attenti, maturi e responsabili, nelle fasce d’età tra i 50 e i 60 anni, hanno invitato coppie di amici, che poi si sono fermati a dormire accampati come pischelli dopo le festine dei teen-ager, per poi svegliarsi la mattina all’alba tutti anchilosati.
Tra l’altro gli ospiti, non essendo abituati alla casa, si sono recati ancora con gli occhi cisposi in cucina, ed hanno deprostatizzato nella lavastoviglie.
Comunque, alle 7.01 del nuovo anno tutte le macchine d’Italia si sono messe in moto. Tutti hanno acceso i motori nello stesso momento per fare rientro alle proprie abitazioni, mentre il solito Guido Meda annunciava a gran voce il semaforo verde, provocando così una concentrazione di smog ai livelli Nuova Dehli nell’ora di punta.
Adesso si apre il nuovo anno col nuovo piano per i vaccini.
In Italia si chiama “piano vaccinale”, anche se dovrebbe chiamarsi “pianissimo vaccinale”, data la lentezza con cui inoculiamo, non c’è fretta, tanto ci sono i DPCM che ci proteggono, e dal 15 gennaio cambierà anche il sistema dei colori.
Vedremo cosa ci riserveranno i prossimi giorni, chissà, magari introdurranno nello schema nuovi colori, forse l’indaco, che come per la mirra di Baldassarre, nessuno sa esattamente cosa sia.
Così come accade spesso leggendo i DPCM.