(CAPO)DANNI DI DESTRA E (CAPO)DANNI DI SINISTRA

Il vero terreno su cui misurarsi, la vera cartina al tornasole, non è più l’economia, non è la sanità, non è la scuola, tanto meno l’ideale politico: a quanto pare è il Capodanno il vero test per saggiare contenuti e spessore del nostro bipolarismo.

I meloniani li abbiamo visti l’altra volta: si ritrovano tra loro e si sparano con pistole vere, un divertimento spassoso, e chissà se qualcuno si è reso conto davvero che per pochi centimetri non ci è scappato il morto (solo un ferito serio, permangono ancora leggeri difetti di mira).

A brigante brigante e mezzo, diceva Craxi. Poteva forse la sinistra, questa evanescente e fluida sinistra del giorno d’oggi, restare inerme di fronte a cotanto Capodanno? Ma certo che no. Eccola predisporre alacremente il prossimo, nuovo teatro dell’assurdo, a dimostrazione che dopo aver perso tutte le elezioni ha perso pure il senso del ridicolo. Prima annunciano il grande cast del concertone romano, fieri di lisciare il pelo al ragazzinismo trapperista di questi tempi, sparando il nomone di Tony Effe. Subito dopo averlo ingaggiato, la dura presa di posizione e l’assordante retromarcia: no, Tony Effe è un tipo impresentabile, scrive cose terribili sulle donne, non può mettere piede sul nostro palco. Commento – il più lucido e lineare – di Simone Cristicchi: “Mi stupisce la superficialità delle istituzioni: l’hanno invitato perché volevano cavalcare l’onda, il primo posto in classifica, ma probabilmente non avevano mai ascoltato neanche una sua canzone”. E beato Cristicchi che ancora riesce a stupirsi. Magari è un tipo distratto. In realtà questa sinistra tirata insieme in qualche modo dalla Schlein, che sulle note di Tony Effe ci balla volentieri, sta solo confermando un vuoto quotidiano, continuo, costante. E’ quel che resta di Berlinguer, assieme alla figlia.

Naturalmente, il più felicione di questo San Silvestro piddino è proprio Tony Effe, consapevole che mai nella vita godrà di una simile campagna pubblicitaria, tra l’altro a costo zero. Adesso che è eroe e martire della libertà, adesso che si ritrova subito dietro l’immancabile codazzo degli artisti solidali (solidarizzassero una volta con i cassintegrati Stellantis, tanto per dire), adesso che gli è girata così bene, si godrà il pienone di pubblico, di titoli, di osanna nel suo contro-concerto prontamente organizzato sui due piedi.

Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi, diceva Brecht: pensa come sta messa l’Italia che ha bisogno di un eroe come Tony Effe, eminente figura di quei trapper con postura becchina che non sorridono dal Capodanno della scuola materna.

E il Pd? Sono in riunione. Stanno valutando. Discutono. Cioè fanno quello che sanno fare meglio: chiacchiere autoreferenziali, vuote, astruse. Forse annulleranno il concertone, forse rilanceranno con un cast stratosferico (hanno pur sempre la Mannoia per una sincera risposta democratica).

Povera Italia. Dal Capodanno esplosivo di destra che si spara sui piedi, al Capodanno Tafazzo di sinistra che si dà le bottigliate sull’inguine. Comunque lo pensino, comunque lo organizzino, riescono sempre a farci chiudere l’anno vecchio pensando la stessa cosa, per niente divertente: no, neanche il prossimo sarà meglio di questo.Pubblicità

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *